di Pietro Anastasio
ROMA – Dopo le azioni disciplinari, in Fiat scattano i primi licenziamenti/rappresaglia contro gli operai “non allineati”. Una azione violenta e intimidatoria da parte dell’azienda che fa scattare lo sciopero generale di quattro ore per venerdì 16 luglio.
Con il licenziamento a Torino di un delegato di Mirafiori e quello di uno dei tre lavoratori sospesi a Melfi «la Fiat sta determinando una tensione sociale di cui non se ne sente il bisogno in una fase difficilissima di crisi in cui proprio i lavoratori e le lavoratrici sono i primi a pagarne le conseguenze». Lo afferma la segreteria confederale della Cgil in una nota. «Con i metodi autoritari adottati - prosegue la nota - la Fiat compie azioni incomprensibili che sembrano scaricare sui lavoratori la incapacità di gestire una situazione complicata in cui l'unica soluzione potrebbe essere rappresentata dalla ricostruzione del dialogo con il sindacato che punti a risolvere i problemi. In questo modo invece, si allontana qualsiasi possibilità di ricostruire relazioni sindacali basate sulla correttezza e il rispetto reciproco». La segreteria nazionale della Cgil «esprime la totale solidarietà ai lavoratori coinvolti ed è impegnata nella loro difesa insieme alla Fiom Cgil. Nel contempo chiede alle forze politiche e alle istituzioni, oltre alla solidarietà, anche azioni che puntino ad arrestare - conclude la nota - un clima determinato da scelte che nulla hanno a che vedere con il dialogo sociale e moderne relazioni sindacali».
Una netta condanna all’atteggiamento intimidatorio dell’azienda, ribadito dal segretario generale della Fiom, Landini. “La Fiat è passata dal ricatto alla rappresaglia e alle intimidazioni ai lavoratori. Dopo il licenziamento di ieri a Mirafiori del giovane impiegato, oggi il provvedimento è toccato all’operaio iscritto alla Fiom di Melfi. Un atto – afferma il rappresentante sindacale – che prelude probabilmente anche al licenziamento dei due delegati dei metalmeccanici Cgil tutt’ora sospesi dal lavoro. Mentre continuano gli scioperi articolati dei turni nello stabilimento della Basilicata, i tre lavoratori sono saliti sulla Porta Venosina, monumento storico al centro di Melfi”.
“A questo punto – continua Landini – lo sciopero di 4 ore del 16 luglio assume un’importanza ancora maggiore”.
Dal Pd, il capogruppo in commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano, si rivolge all’azienda, chiedendo di “riconsiderare queste decisioni che paiono sproporzionate ai fatti contestati”. Decisioni che, aggiunge l’esponente Pd, portano “inevitabilmente ad conflittualità incontrollabile”.
Paolo Ferrero, segretario del Prc, sollecita le forze politiche della sinistra ad assumere un posizione unitaria sulla vicenda: “Bisogna impegnarsi da subito per una manifestazione nazionale contro Marchionne e Berlusconi”.
Dal sito dazebao.org
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