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di Marco Casavecchia Inutile nascondercelo, abbiamo qualche timore e più di una perplessità. Sgomberiamo subito il campo da possibili malevole interpretazioni, siamo vicini a Damaschi ed intendiamo sostenere in ogni caso il suo operato; in fondo è stato l'unico a crederci e dobbiamo prendere atto che si è gettato in questa avventura, con determinazione e forti motivazioni personali, ma, con tutto il rispetto per la persona, l'impresa appare veramente al di sopra di quanto lo stesso Damaschi abbia affrontato in precedenza nella sue esperienze legate al calcio. Il timore di cui dicevamo è dovuto al fatto che ci sembra un po' solo, poco supportato da tutte quelle persone che, al momento, solo a parole gli sono state vicino. Promesse tante ma, a ben guardare, la società nasce zoppa, un piccolo Grifo atteso da un grande impegno futuro, quello di vincere il campionato di serie D, dovendosi confrontare con tante avversarie, che siano corregionali o meno, tutte agguerrite, non intenzionate a fare sconti, ma anzi, in alcuni casi, anche disposte a rafforzarsi, con gente di peso, con buoni contratti, pur di rendere la vita difficile al Perugia. Magari le stesse avversarie non saliranno in C2 o rinunceranno alla categoria, ma siamo convinti, e temiamo di non sbagliare, che qualche personaggio, che avrebbe potuto dare una mano alla società di calcio della propria città, ma non lo ha voluto farlo, darà battaglia per una supremazia tanto sciocca quanto provinciale. Liberarsi del Perugia il più in fretta possibile sarebbe un bene per tutte le altre società regionali, invece si corre il rischio di assistere ad una guerra fratricida, con alcune società che per cercare di stare al passo o superare il Grifo in ingaggi e scelte di giocatori, rischiano di andare fuori budget. Siamo perplessi a causa delle notizie, e delle voci, che vogliono in atto già una sorta di braccio di ferro, tra chi vorrebbe tutte le dieci (possibili) umbre in uno stesso girone e chi, come si dice lo stesso Damaschi, vorrebbe evitare tutti questi derby, contro le consorelle regionali. Due tesi a confronto, opposte filosofie, l'una che vorrebbe privilegiare derby in successione, incassi e interesse continuo, con il rischio di una o più retrocessioni di squadre umbre, senza tuttavia la garanzia che una vada in C2, l'altra che preferirebbe il Perugia da solo o quasi, inserito in un girone comprendente laziali e sarde, o qualcosa di simile. La preoccupazione più grande tuttavia riguarda il budget, che al momento appare molto limitato e, si dice, per buona parte a carico di Damaschi. Il presidente già avrebbe fatto la voce grossa, rammentando a chi, seppur verbalmente, aveva promesso un aiuto economico e aderito al progetto, che la parola data dovrebbe avere ancora un valore. La base societaria andrà allargata con il sostegno di altre forze imprenditoriali, quella attuale appare un po' piccolina e poco solida, per sostenere un progetto robusto. Speriamo che timori e perplessità vengano fugati al più presto e che le nostre preoccupazioni, alla fine risulatino solo il frutto del caldo e della stanchezza dovuta a tutto quanto accaduto in questi ultimi tempi, cosa che ci fa vedere fantasmi e congiure là dove invece probabilmente non ne esistono. L'organigramma societario ci sembra di tutto rispetto, ma non abbiamo né la competenza né spetta a noi esprimere valutazioni di sorta. L'unica cosa che non abbiamo capito bene è il ruolo che dovrebbe svolgere Novellino. Non vorremmo che finisse, quale consulente tecnico della Presidenza, per entrare in conflitto con il ds Arcipreti. Non sarebbe un bell'affare. Un saluto. Condividi