PERUGIA - ''In Umbria Telecom Italia contava mille addetti, scesi successivamente a 450 e ora, in base al criterio di ripartizione nazionale dei tagli annunciati dalla societa', altri sessanta posti di lavoro sono a rischio''. E' quanto afferma l'assessore alle infrastrutture tecnologiche immateriali della Regione Umbria, Stefano Vinti.
''Alla luce delle sfide che attendono l'Italia e l'Umbria nel prossimo futuro sul piano dell'ammodernamento delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione - afferma Vinti - non si comprendono le scelte di Telecom di ridimensionamento dei livelli occupazionali nel settore''. ''Dalla fine del monopolio pubblico - prosegue l'assessore regionale - sono andati persi quasi 36 mila posti di lavoro e con essi professionalita', esperienze, know?how di un'azienda pubblica che ha rappresentato negli anni un modello da seguire e imitare e che ha contribuito in maniera determinante alla modernizzazione di un Paese uscito malconcio dalla guerra e dalla crisi economica post-bellica. Insieme a questo patrimonio umano e professionale e' stato dilapidato il capitale economico e finanziario, con continui cambiamenti degli assetti societari e con la svendita di rami di aziende importanti a colossi esteri, scelte che non si addicono ad una gestione d'impresa virtuosa nel campo di settori pubblici essenziali''.
''Invece di investire in tecnologia e innovazione - sottolinea Vinti - Telecom Italia continua a praticare una politica di massimizzazione dei profitti riducendo i costi a discapito degli investimenti, della qualita' dei servizi e dell'occupazione''.
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