Vasco Errani
Presidente della Conferenza Stato-Regioni. Governatore dell'Emilia Romagna
Angela Mauro
Lo slittamento dell’incontro governo-regioni sulla manovra economica non ha cambiato lo stato dell’arte.
Il premier voleva tenerlo all’inizio mdella settimana, le pressionidi Tremonti hanno di fatto disposto
il rinvio a ieri mattina. Mail saldo dei rapporti tra esecutivo Berlusconi e governatori resta «negativo
». Al termine del tavolo riunitosi a Palazzo Chigi, Vasco Errani,presidente dell’Emilia Romagna
e della Conferenza Stato Regioni,conferma il pollice verso sui tagli della manovra e sull’atteggiamento
del ministro dell’Economia. Nessuna apertura dal governo
ed è rottura anche con i governatori di centrodestra. Roberto Formigoni, governatore della Lombardia,
scontento fin dalla presentazione della manovra, conclude
amaro: «Non possiamo che restituire tutte le deleghe della Bassanini.
Abbiamo spiegato una volta di più al governo che questa manovra è insostenibile perchè si ripercuorte
su cittadini e servizi essenziali.
Ci è stato risposto che la manovra è immutabile anche nella sua composizione.
Il che ci appare francamente poco motivato». E ora, continua il governatore lombardo, la
“sommossa” continua da parte di tutti «i governatori, di ogni colore politico, uniti e compatti». La governatrice
del Lazio Renata Polverini si consola con l’accoglimento
da parte del premier della proposta delle Regioni di «istituire una commissione comune per valutare gli
sprechi della spesa pubblica, ma - ammette - oltre questo non siamo riusciti ad andare». Più cauto il leghista Luca Zaia. Dal suo entourage si limitano a dire che l’incontro di ieri è stato «interlocutorio». Ma
è evidente che anche il governatore del Veneto non può permettersi toni trionfalistici.
Presidente Errani, nessun passoavanti dunque?
L’incontro ha avuto un esito per noi molto negativo. Noi abbiamo proposto delle cose semplici. Innanzitutto,
abbiamo posto il problema che, guardando tutti i dati
della spesa pubblica nelle amministrazioni centrali e regionali, quelli dell’Istat, del ministero dell’Economia, della Corte dei Conti, si dimostra
che le regioni hanno governato la spesa, mentre l’incremento più alto c’è stato da parte dell’amministrazione centrale. Diciamo no ad una manovra che per il 50 per cento ricade sulle regioni e sui
servizi ai cittadini: dal welfare al trasporto pubblico locale, con tutte le conseguenze drammatiche
per i pendolari.
Il governo non apre, vince la linea Tremonti.
Abbiamo chiesto di riequilibrare i tagli, la risposta è stata negativa.
Da parte nostra, noi non rinunceremo mai al confronto con il governo: va detto che la scelta della
rottura istituzionale l’ha fatta il governo
e questo è un fatto grave. E quindi continuiamo a dire che restituiremo le competenze...
Tremonti accetta la sfida, dice che se le Regioni restituiscono le deleghe sui controlli delle pensioni
di invalidità, lui è assolutamente d’accordo...
Tremonti gioca su un tema serio. Dovrebbe essere più attento e rispettoso delle persone che hanno
problemi. Il ministro sa bene che per quello che riguarda la delega di assegnazione degli assegni di invalidità, c’era il controllo del ministero
del Tesoro e dell’Inps fino al 2007.
Vuole discutere anche di questo? Se è pronto a garantire i servizi, parliamone. Ma è sgradevole il
tono che usa. Le istituzioni si rispettano, non si insultano: lo abbiamo detto all’incontro. Vogliamo
la collaborazione del governo.
Tremonti vi ha anche risposto sulla richiesta di una commissione straordinaria di verifica degli
sprechi, ma su questo sbandiera l’accordo raggiunto con comuni e province...
Non so di cosa parli il ministro. Noi abbiamo chiesto una commissione straordinaria a costo zero per
verificare la qualità della spesa.
Obiettivo è rispettare il principio secondo cui chi non riduce le spese non di qualità, deve assumersene
la responsabilità e pagarne il prezzo. Il premier l’ha accolta e io gli ho già scritto per definire
le procedure per istituirla e lì vediamo.
Pensa che il caos interno al Pdl e il braccio di ferro tra Berlusconi e Tremonti sulla manovra abbia
complicato il confronto con le Regioni?
Su questo deve rispondere Palazzo Chigi. E’ chiaro che c’è una dialettica molto significativa nel governo.
Ma io non faccio retropensieri, prendo atto che, in questa dialettica, si dà un colpo al federalismo
fiscale, alle regioni, alle politiche per i cittadini.
Il governo è determinato a riparlare con voi solo dopo il varo della manovra da parte del Parlamento.
E tra l’altro il premier ha anche minacciato la crisi di governo se non passa la Finanziaria.
Quali sono le vostre prossime mosse?
La prossima settimana, per la precisione mercoledì pomeriggio, faremo una conferenza delle regioni.
Sulla base di quello che emergerà, assumeremo delle iniziative.
Da liberazione.it
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