Le dichiarazioni rilasciate dalla Modena, portavoce del centrodestra in consiglio regionale, sulla manovra correttiva del governo, oltre che dettate da una furia ideologica contro quel che resta dello stato sociale nel nostro paese, risultano del tutto inaccettabili per l'Umbria. Negli ultimi quindici anni chi ha rappresentato politicamente il modello liberista causa dell'attuale crisi economica e sociale non solo continua a governare l'Italia, ma si ostina a scaricare i costi della crisi sui soliti noti. Berlusconi e Tremonti, e la Modena dovrebbe saperlo bene, niente hanno fatto e niente faranno contro le rendite finanziarie, contro i grandi patrimoni, contro l'evasione fiscale per recuperare le risorse necessarie a rilanciare il paese. Certo, per Marcegaglia e Confindustria una soluzione si trova sempre. Invece per la nostra regione le ricadute della manovra del governo saranno pesantissime sulla sanità, sul sistema di trasporto pubblico, sul sistema scolastico ed universitario, sul sostegno agli affitti, sull'edilizia pubblica. E rispetto ad un quadro così drammatico per la nostra regione bene ha fatto la Presidente Marini ad annunciare la restituzione delle deleghe allo Stato. Un atto politico certamente forte che condividiamo perché chiarisce l'impossibilità di svolgere competenze con i tagli previsti. Non solo. Pensiamo che bene abbia fatto il nostro Gruppo regionale a chiedere una convocazione straordinaria del Consiglio Regionale sugli effetti della manovra del governo. Torniamo a chiedere al Presidente del Consiglio regionale la convocazione dell'Assemblea, atto che consideriamo un dovere istituzionale per chiarire ed esplicitare alle umbre e agli umbri le ricadute della manovra. E la Modena, così, avrà anche la possibilità di illustrare meglio le misure santifiche del governo a pendolari senza treni e corse, ai cittadini che si vedranno aumentare le liste d'attesa, agli sfrattati. Enrico Flamini Segretario Provinciale Prc Perugia Condividi