Ugo Boghetta*
Il consiglio della Federazione e i soggetti promotori hanno ribadito la decisione di tenere il congresso entro l'anno: due gruppi di lavoro sono incaricati per istruire i documenti sulle regole e la proposta politica. E' una decisione importante che va portata avanti con forza ma tenendo conto della situazione reale. Dobbiamo partire dall'obiettivo di unire quanto esiste di sinistra: forze variamente organizzate e singole persone che, ad esempio, votano nei modi più disparati e disperati (astensionismo). Un polo alternativo che competa per l'egemonia con il centrosinistra sulle risposte da dare alle crisi del paese, dell'Europa e della globalizzazione. Se il criterio di fondo è l'anticapitalismo, al contrario, la partecipazione al governo non può essere un vincolo. Come dice Lafontaine, la Linke è per andare al governo, ma quando i rapporti permetteranno una svolta, il cambiamento. Diverso è un accordo elettorale su temi limitati. Per altro, nella crisi il solco con il Pd si allarga. Le stesse tematiche democratiche: il ritorno indietro dal maggioritario non è certo.
La Federazione, dunque, sarà tale solo se e quando raggiungerà alcuni livelli accettabili di unità, di proposta e di iniziativa politica. Il percorso sarà duro e lungo sia per la situazione sociale e politica, sia per le difficoltà e carenze delle stesse forze promotrici e della stessa sinistra diffusa. Non si può, inoltre, non tener conto che il tesseramento di coloro che non sono iscritti già ai soggetti promotori sarà problematico: per il clima politico, il poco tempo, le modalità di pensare la politica dei soggetti sociali e delle singole persone. In questo contesto il modello "Flm" della Federazione appare un obbiettivo difficile. Inoltre, il Prc, la forza principale, sta faticosamente risalendo la china dopo le tremende batoste. Ha bisogno di tempo per ricostruire se stessa e non può essere sovraccaricata più di tanto anche del peso di costruire la Federazione. Federazione che in molte realtà, oggi, è un doppione di se stessa. C'è una "confusione" che registra questa realtà.
Alcuni la strumentalizzano proponendo una pretesa autosufficienza del Prc, oggi irrealistica, o la banalità di percorsi "basisti" quando è evidente che un soggetto politico unitario si costruisce dall'alto e dal basso. Certo non aiuta nemmeno lo spingere per la Federazione con il retro pensiero di realizzarvi la sommatoria del Prc e Pdci. Unità dei comunisti da realizzare, ma in altro luogo e sul terreno della rifondazione.
Ciò che si profila, dunque, è il congresso dei soggetti promotori, non certo della Federazione che vogliamo.
Il primo problema su cui concentrarsi dovrebbe allora essere la mancanza di "sex appeal" della Federazione. Per questo motivo il percorso congressuale andrebbe impostato sulle questioni politiche programmatiche facendo crescere, maturare la discussione in un dibattito largo, coinvolgente che intrecci le crisi del paese: economica, morale, democratica, e la campagna preparatoria del referendum sull'acqua. Il tema centrale riguarda le culture le pratiche anticapitaliste per la sottrazione al mercato di ambiti sociali, economici, diritti. Impostazione fondamentale che coinvolge la stessa difesa della Costituzione e il rilancio della democrazia, oggi impossibile senza fuoriuscire dal modello neoliberista.
In secondo luogo la discussione dovrebbe vertere, coinvolgendo anche coloro che oggi non entrano nella Federazione, sulle forme di unità necessarie, utili, possibili per unire la sinistra.
Per questi motivi andrebbero tolte dal congresso le elezioni degli organismi dirigenti che, per altro, non possono che essere eletti dopo il congresso nazionale dove si deciderà lo statuto. Non va dimenticato che, spesso, sugli organismi dirigenti riusciamo a dare il peggio di noi stessi. E questo non ce lo possiamo permettere. Le regole, dunque, dovrebbero riguardare solo l'elezione dei delegati al congresso.
Del resto questo congresso non può che prendere decisioni transitorie, in attesa dei congressi dei soggetti che devono confermare o meno "le cessioni di sovranità alla Federazione". In buona sostanza si tratta, essendo il primo, di un "congresso istruttorio".
Tutto ciò consiglierebbe, pertanto, di dar vita ad una Federazione "leggera, elastica" per quanto riguarda la forma, ed intensa per quanto riguarda il programma, la prospettiva, le culture, le pratiche. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. O potrebbe non farne affatto.
*segretario Prc Lombardia
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