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di Fulvio Lo Cicero Duro comunicato congiunto del premier e del superministro con il quale sbattono la porta in faccia ai Governatori sulla possibilità di qualsiasi modifica. Errani: “Spiegheremo le nostre buone ragioni”. Una legge talmente iniqua che sciopereranno perfino i diplomatici ROMA – Alla fine hanno dovuto cedere. L’appuntamento con i Presidenti delle Regioni ci sarà venerdì prossimo, alle ore 9. Ma hanno messo le mani avanti. Il comunicato congiunto di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti non ha bisogno di molte interpretazioni per far comprendere che sarà un incontro del tutto inutile: «Il previsto incontro del Presidente del Consiglio e del Ministro dell'economia e delle finanze con i Presidenti delle Regioni viene fissato per venerdì 9 luglio alle ore 11.00 a Palazzo Chigi. La manovra sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia da parte del Governo, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese». Sul provvedimento il Governo ha annunciato che chiederà la fiducia in entrambe le Camere. Il provvedimento sarà in aula il 13 luglio per essere votato entro il 15. Qualsiasi dibattito sarà così azzerato. Sconfessati i Governatori Insomma, è come se i Governatori andassero a Palazzo Chigi con il cappello in mano ma forse è proprio quello che vuole Tremonti, che non ha mancato di vedere nella dura opposizione di Roberto Formigoni un’avvisaglia della lotta di potere che sta iniziando nel Pdl per la successione al premier nel 2013 (o fors’anche prima). Per questo il superministro economico ha, fino ad ora, completamente snobbato gli allarmi delle Regioni, evidenziando un atteggiamento ostico, rigido, pervicace. Berlusconi deve averlo convinto sbandierandogli i dati degli ultimi sondaggi, che mostrano come l’enorme confusione creatasi proprio con l’approvazione della manovra economica più iniqua della storia repubblicana incidono eccome sulla tenuta elettorale del partito. Ma, al tempo stesso, Tremonti ha imposto i suoi paletti: “Incontriamoli pure, per cortesia istituzionale, ma i tagli rimarranno tali e quali” ha detto il superministro ad un premier sempre più dubbioso sulla strada intrapresa. La nota diffusa afferma, inoltre, che «i saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili», perché «non si tratta di numeri casuali od arbitrari, ma di numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico». Tremonti e Berlusconi smentiscono la tesi dei Governatori, secondo i quali la manovra è squilibrata in quanto richiede sacrifici alle Regioni e agli enti locali del tutto spropositati rispetto a quelli richiesti ai Ministeri: «Ciò che viene rilevato ora come “squilibrio” a carico dei governi locali – osservano a Palazzo Chigi – va valutato in base a ciò che è già stato operato a carico del governo centrale (e non può essere ulteriormente incrementato). Ciò rende oggettivamente impraticabile l'ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all'altra». D’altronde, «sugli oltre 170 miliardi di euro di competenza delle Regioni, l'incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall'altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio». Di cosa potranno mai parlare nell’incontro di venerdì Tremonti e i Governatori è difficile comprenderlo dopo aver letto queste dichiarazioni. Errani: “Porteremo le nostre buone ragioni” Roberto Formigoni si è recato oggi pomeriggio a Palazzo Grazioli ma non per incontrare Berlusconi, nonostante fosse stato indetto un vertice del Pdl. È apparso ancora fiducioso, anche se non ha fatto riferimento all’appuntamento di venerdì con il Governo. Il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani ha dichiarato che «la convocazione dell'incontro con il Presidente del Consiglio è il primo passo utile per avviare un confronto nel merito. Naturalmente l'incontro che è stato richiesto da Regioni, Province e Comuni, dovrà prevedere la presenza di tutti i protagonisti». Ha poi aggiunto: «Sul merito del comunicato diffuso dal Governo avremo modo di illustrare le nostre buone ragioni e le nostre preoccupazioni per servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese». Le opposizioni unite insorgono sulla doppia fiducia Nonostante l’ampia maggioranza in entrambe le Camere, Berlusconi e Tremonti chiederanno la fiducia su un provvedimento che si presenta così superblindato. Giudizi molto duri dalle opposizioni. Il capo dei deputati del Pd Dario Franceschini ha dichiarato: «I parlamentari della maggioranza oggi sono stati anticipatamente informati che dovranno limitarsi a dire sì o no. Questo è il modo peggiore per affrontare le prossime difficili settimane. Noi chiediamo alla presidenza della Camera di fare un passo formale presso il governo, perché l'annuncio della fiducia è inaccettabile per la dignità della Camera». Alla richiesta e alla protesta espressa dal capogruppo del Pd, si sono associati anche Pier Ferdinando Casini a nome dell'Udc e il vice presidente dei deputati Idv, Antonio Borghesi. Nuovi tagli ai magistrati I magistrati ordinari, militari, amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello Stato non subiranno il blocco degli stipendi previsto dalla manovra ma, in compenso, si vedranno tagliate del 15% le indennità speciali, previste per sostenere gli oneri che gli stessi incontrano nello svolgimento della loro attività, nel 2011, 2012 e 2013. Lo prevede un emendamento che fa parte del nuovo pacchetto di proposte di modifica del relatore e del Governo alla manovra presentato in commissione Bilancio al Senato. Considerando che il valore economico annuo pro capite della indennità speciale ammonta a circa 13.390 euro, l'emendamento produrrà un taglio pro capite del 15% nel 2011 pari a 2.009 euro, del 25% nel 2012 pari a 3.348 euro e del 32% nel 2013 pari a 4.285 euro. Modificata la norma sui prodotti farmaceutici Nel nuovo testo è stata ridefinita la ridistribuzione del taglio al margine dei grossisti che spetterà per l'1,82% alle farmacie (era dell'1,22% nel testo iniziale) e per l'1,83% alle aziende, conto il 2,43% previsto nel testo originale dell'emendamento. Inoltre è stato cancellato dal testo il termine del 31 dicembre 2010 per l'applicazione del provvedimento alle aziende farmaceutiche. Cancellata la stretta sui disabili Qualcuna fra le ignominie di questa manovra economica è stata cancellata. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha comunicato ai rappresentanti delle federazioni dei disabili, che oggi manifestavano davanti al Senato, che sia la norma sulla percentuale di disabilità, sia quella sulle indennità di accompagno sono state cancellate e quindi i criteri per l’assegnazione dei fondi rimarranno gli stessi di prima. Ora rimangono le incognite, spiegano le associazioni dei disabili, legate ai tagli alle Regioni, che vorrà dire meno servizi e a quelli nella scuola, che faranno diminuire in modo impressionante il numero degli insegnanti di sostegno. Scioperano anche le feluche Ma le tegole si aggiungono a quelle, già numerose, che piovono in questi giorni sul Governo. Ora anche i diplomatici si dicono pronti a scioperare. I tagli, infatti, produrranno «implicazioni pesantissime non solo sulla Farnesina», scrivono in una lettera al premier i diplomatici che aderiscono al Sndmae, la principale sigla sindacale del settore. Le feluche si dicono «pronti ormai a giungere alla misura estrema, e per noi inusuale, dello sciopero, cui la Carriera, in servizio a Roma ed all'estero, aderirebbe con grande convinzione». Il sindacato denuncia soprattutto una norma contenuta nella manovra, in base alla quale gli avanzamenti di carriera del personale diplomatico, nel prossimo triennio, avrà un riconoscimento soltanto giuridico e non anche economico. In pratica, un funzionario di ambasciata promosso ad un livello superiore riceverebbe lo stesso stipendio di prima, «in violazione dunque di qualunque regola per una progressione meritocratica». Condividi