PERUGIA - Sul Calendario venatorio umbro, elaborato dalla Giunta regionale e portato in partecipazione a Palazzo Cesaroni dalla terza Commissione consiliare, persistono pareri ed analisi diverse, espressi dalle associazioni venatorie sui periodi di caccia, sulla prevista preapertura e su alcune specie cacciabili. Sono emerse anche divisioni e posizioni diverse fra le associazioni della Provincia di Terni che - come ha ricordato l'assessore provinciale Filippo Beco - hanno espresso piena condivisione sulle scelte fatte dalla Regione e quelle della Provincia di Perugia che hanno avanzato proposte diverse in piu' di un punto.
La terza Commissione regionale presidente Massimo Buconi, esprimera' il suo parere obbligatorio domattina, per consentire alla Giunta di varare il testo il giorno successivo venerdi' 9, per non incorrere nei rigori della normativa europea che scatta dal 10 luglio e si preannuncia piu' restrittiva rispetto alla legge italiana. E proprio sul rischio concreto che un calendario venatorio, con apertura unica ad inizio settembre - come vorrebbero alcune associazioni - possa incorrere in eventuali ricorsi, si sono soffermati molti dei dodici intervenuti davanti alla Commissione, presente al completo, ed all'assessore regionale all'agricoltura Fernanda Cecchini intervenuta alla audizione.
Una delle osservazioni piu' ricorrenti e quasi unanime riguarda il giorno del giovedi', tradizionalmente riservato alla caccia al cinghiale che da quest'anno ''inspiegabilmente e' stato spostato al mercoledi'''.
Per il resto sono state formulate molte proposte di modifica. Stefano Tacconi (Libera caccia) ha criticato l'apertura differenziata ed ha chiesto di non vietare la caccia alla quaglia sulla riva sinistra del Tevere. Per Eraldo Martelli (Migratoristi italiani) la caccia si dovrebbe aprire il 5 e il 12 settembre, anche alle specie lepre, quaglia e fagiano. Giancarlo Comastri (Arci Caccia) ha chiesto libera caccia al cinghiale per i cacciatori occasionali; mentre per Franco Di Marco (Federcaccia) e' auspicabile aprire al maggior numero di specie cacciabili, ma avendo la certezza che il calendario non venga impugnato dal punto di vista legale. Alfredo Monacelli (Confagricoltura) ha chiesto di ''non limitare i periodi di caccia nelle aziende faunistico venatorie, perche' agiscono a fini di lucro facendo abbattere solo selvaggina di allevamento''. Tempi piu' lunghi per la caccia al cinghiale sono stati richiesti da Quartilio Ciofini (Atc di Gubbio); mentre Diego Baccarelli (Coldiretti) ha insistito sulla apertura unica a tutte le specie, ''ma solo dalla terza domenica di settembre''. A suo giudizio l'eccessiva divisione fra le associazioni ''e' il frutto di un'inaccettabile caccia ai tesserati''.
E di ''demagogia delle tessere'' ha parlato anche Fabio Vallorini (Cpa) ammonendo a superare ogni divisione fra associazioni venatorie ternane e perugine. All'incontro sono intervenute anche le due Province che gestiscono la delega regionale. Per la Provincia di Perugia, il presidente Marco Vinicio Guasticchi che ha comunicato l'intenzione di chiedere la caccia in deroga allo storno fin dalla preapertura, ha criticato gli scontri eccessivi che ogni anno si registrano sul Calendario venatorio ed ha ricordato che nel 2009 il suo ente chiese l'apertura unica, salvo rinunciarvi perche' una scelta del genere sarebbe oggi oggetto di impugnazione e ricorsi.
Nella Provincia di Terni, ha spiegato in ultimo l'assessore Filippo Beco, ''si e' registrata una grande collaborazione con le associazioni venatorie che hanno condiviso le scelte di questo Calendario prendendo atto che sarebbe impossibile arrivare ad una apertura unica anticipata, perche' la normativa comunitaria lo impedisce''.
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