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di Fabrizio Solari* ROMA - La norma che abroga l’obbligo di ritiro dei certificati verdi da parte del Gestore dei servizi elettrici (Gse) se approvata avrebbe effetti gravissimi sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Qiuesta norma prevista dalla manovra economica (art. 45) renderebbe di fatto, non finanziabili gli impianti necessari a raggiungere gli obiettivi contratti con l’Unione Europea di risparmio energetico, ricorso alle fonti rinnovabili, riduzione di emissioni di Co2 A ciò si aggiunge il rischio di pesanti sanzioni economiche per il nostro Paese. Questa norma, inoltre, mette a rischio anche buona parte delle iniziative già realizzate, e perdita di ulteriori posti di lavoro. Iniziative che hanno visto investimenti per quasi 10 miliardi di euro per impianti eolici, idroelettrici e a biomassa e il conseguente rischio di chiusura di numerose iniziative già realizzate. La messa a rischio di investimenti in questo settore comporta anche una contrazione del gettito fiscale, dovuto dalle imprese, ben superiore a quanto i consumatori potrebbero risparmiare sulla loro bolletta elettrica per il sostegno alle fonti rinnovabili. Invece un’altra soluzione è possibile, cancellando questa norma e acquisendo un impegno per riformare l’attuale sistema di incentivazione, in modo da conciliare diversamente le diverse esigenze. Da ultimo appare come una beffa l’emendamento presentato che destina gli eventuali risparmi alla costituzione di un fondo destinato ad interventi nei settori della ricerca e dell’università; una misura del tutto anomala ed in contro tendenza con i meccanismi internazionali del mercato elettrico. Il Governo ha una sola possibilità: ritirare questa proposta e ascoltare quanto gli viene indicato dal sindacato e dalle stesse imprese. *segretario confederale della Cgil Dal sito dazebao.org Condividi