di Giuliano Pennacchio
NAPOLI - La Tirrenia sta per essere privatizzata. E’ giunto al capolinea un percorso iniziato alcuni anni fa e che tra fine luglio e settembre 2010 dovrebbe trovare un nuovo assetto. Il Gruppo Tirrenia possiede 44 navi, 25 della Tirrenia che navigano da più porti dell’Italia e 19 della Siremar, che serve con i suoi servizi la Sicilia e le isole minori. I dipendenti ad oggi sono 1900 (1500 Tirrenia e 400 Siremar).
La proprietà è pubblica, sotto il controllo dal Tesoro, attraverso Fintecnica. Lo Stato con convenzioni, ha sostenuto la Compagnia marittima con molti milioni di euro, per il mantenimento di alcune rotte.
Intanto i lavoratori che aderiscono alla Federmar Cisal hanno proclamato uno sciopero di 48 ore a partire dalle 16 di domani, martedì 6 luglio.
Il Ministero dei Trasporti ha reso noto il 30 giugno scorso che un’offerta per il rilevamento della Compagnia è stata accettata. Si tratta della proposta formulata dalla Mediterranea Holding di Navigazione, una società a maggioranza privata, nata intorno ad un imprenditore del settore, l’ex senatore della destra – Salvatore Lauro, con la partecipazione della Regione Sicilia e di altri soci privati.
Franco Pecorini, amministratore delegato della Tirrenia, dal lontano 1984, con un passato politico “sotto tutte le bandiere”, a fine giugno scorso, in un incontro tra le parti sociali al Ministero del Trasporto a Roma, presentò un piano aziendale che prevedeva 211 esuberi, tra personale navigante della Tirrenia e Siremar e personale amministrativo.
Tra i lavoratori ed il sindacato subito si è creato un clima di allarme. Le intenzioni di Pecorini hanno ricordato la vicenda della vertenza Alitalia: cioè la privatizzazione in Tirrenia servirebbe a creare condizioni contrattuali più sfavorevoli per le maestranze, con il taglio del costo del lavoro e la riduzione di stipendi d’ indennità.
La FILT- CGIL è sul piede di guerra. Il segretario generale del sindacato Franco Nasso, ha chiesto con forza che il nuovo gruppo imprenditoriale presenti il suo piano industriale, con impegni precisi sulle clausole sociali riguardanti i livelli occupazionali ed i trattamenti contrattuali dei lavoratori. Le ipotesi di eventuali esuberi per Franco Nasso, segretario generale della FILT-CGIL, appaiono del tutto campate in area.
Matilde Paino, delle RSA FILT - CGIL, rincara la dose. Tra i lavoratori è forte lo stato di allerta. La privatizzazione non può avere ricadute negative sulle loro condizioni. La Mediterranea Holding di Navigazione dichiari subito le sue intenzioni con un progetto industriale chiaro. Per la rappresentante sindacale della FILT-CGIL, la futura proprietà dovrà porsi il problema di ampliare le rotte e le offerte del trasporto marittimo, puntando a collegamenti internazionali ed a quelli nel Bacino del Mediterraneo.
I lavoratori, inoltre, spingono affinché dentro il decreto governativo che disciplina la privatizzazione di Tirrenia siano previsti più cospicui stanziamenti per gli ammortizzatori sociali; ad oggi questo aspetto risulta essere fortemente sottovalutato dal Governo.
Dentro la partita della privatizzazione è previsto, anche il trasferimento da Napoli a Palermo, della sede commerciale e dell’esercizio della flotta. Il trasferimento a Palermo avrebbe un significato storico: la Compagnia ha sede Napoli dal 1936. Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia, ha chiesto questo tributo, per la partecipazione della “sua Regione” nella nuova compagnia che dovrebbe rilevare la Tirrenia; in questo modo nel capoluogo siciliano si verrebbero a creare le condizioni per un polo della navigazione. Palermo contro Napoli: la guerra delle piccole patrie non si arresta.
Dal sito dazebao.org
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