di Fulvio Lo Cicero
Entro mercoledì dovrebbe andare in Aula. Confermati i tagli alle Regioni, ma con un po’ più flessibilità, ma Formigoni non ci sta. Nel pomeriggio tête-à-tête ad Arcore fra Berlusconi e Tremonti al termine del quale il capo del governo ha annunciato che verrà posta la fiducia. Un nuovo emendamento se la prende con i disabili e taglia le indennità di accompagno
ROMA – Rush finale per la finanziaria più iniqua della storia repubblicana. La Commissione finanze del Senato sta prendendo in esame gli ultimi emendamenti (ne sono stati proposti 2.550) e potrebbe licenziare il testo della legge di conversione del decreto economico tremontiano entro mercoledì. Fino ad ora, soltanto 23 emendamenti sono stati accettati ma le modifiche reali sono state 21, dato che due proposte erano identiche.
Da segnalare che, proprio questo pomeriggio, è in programma un incontro ad Arcore fra Berlusconi e Giulio Tremonti per definire le ultime tappe dell’approvazione della finanziaria e soprattutto il nodo politico dei tagli alle Regioni, che sta mettendo a rischio la stessa tenuta della maggioranza.
Le questioni sul tappeto
Secondo alcuni ben difficilmente il Parlamento riuscirà, come ha imposto Tremonti, a licenziare un testo di legge a “saldi invariati” perché sono numerose le questioni economiche che coinvolgono il livello politico di tenuta della maggioranza. Su alcuni temi scottanti, il Governo è sembrato disponibile ad accettare una via di mezzo sul rigore mostrato dal superministro. Per la scuola, ad esempio, la legge dovrebbe confermare il blocco degli scatti automatici di avanzamento stipendiale per docenti e amministrativi ma si dovrebbe ripristinare l’accantonamento del 30% dei poderosi tagli imposti al comparto (8 miliardi complessivi) da destinare in un successivo momento a scatti di anzianità e progressione della carriera. Ma, come sempre, tutto è ancora avvolto in una nuvola gassosa che non consente di comprendere quali siano gli indirizzi reali dei tagli imposti in modo così arbitrario.
Tagli agli enti locali
Sicuramente la nota più dolente e sulla quale c’è stato un confronto molto aspro fra Governo e Regioni (anche quelle rette dal centro-destra), è il pesantissimo taglio dei trasferimenti agli enti locali. I tagli sarebbero tutti confermati e cioè: 4 miliardi nel 2011 e 4,5 nel 2012. Il Governo, però, devolve alla competenza della Conferenza Stato-Regioni la decisione su come ripartire questi tagli e così dovrebbe avvenire anche per quanto concerne Province e Comuni. Cosa cambi rispetto a prima non è ben comprensibile. Lo Stato centrale taglia i trasferimenti nella stessa entità di prima ma concorda con gli enti locali come indirizzare questi tagli. Data la netta prevalenza delle influenze leghiste su questa maggioranza, è prevedibile che a soffrire maggiormente dei minori trasferimenti saranno le Regioni meridionali.
Uno dei leader della clamorosa protesta contro la finanziaria, il Governatore lombardo Roberto Formigoni, non sembra proprio soddisfatto di come stanno andando le cose: «La nostra è una proposta di collaborazione istituzionale. Siamo sempre stati aperti al dialogo, e a questo punto chiediamo l'intervento diretto del presidente Berlusconi, visto che con il ministero del Tesoro non è stato possibile avere un dialogo positivo» ha dichiarato, aggiungendo: «Chiediamo una manovra diversa che mantenga invariati i totali, ma ripartisca in maniera più equa i sacrifici. Sono sicuro che con il presidente del Consiglio questo dialogo sarà possibile svolgerlo. Non è accettabile che il ministero del Tesoro faccia muro contro muro nei confronti di tutta Italia perché a questo punto è chiaro che tutta Italia accetta sì di partecipare alla manovra, ma chiede che essa sia equa e proporzionata». Traduzione: la manovra in discussione al Senato è tutto il contrario di quello che abbiamo chiesto.
Gli indecenti tagli ai disabili e malati
Quando si ha a che fare con questo Governo e questa maggioranza, non si è mai sicuri di aver toccato il fondo. Già i tagli alla scuola, al pubblico impiego, quelli prospettati e poi rientrati a polizia e carabinieri sembravano gravi. Ma ciò che si sta aggiungendo al decreto economico di Tremonti, con il solito metodo della sponda di deputati compiacenti, contiene qualcosa di ancora peggiore e riguarda la stretta sugli aiuti finanziari a coloro che soffrono, ai disabili e ai malati gravi. Infatti, è stato accolto un incredibile emendamento che restringe in modo ignobile i criteri per la concessione della cosiddetta “indennità di accompagno”. Essa è, attualmente, di 460 euro mensili e può essere percepita senza limiti di reddito. Se l’emendamento sarà approvato dal Parlamento, praticamente potranno continuare a ricevere l’assegno soltanto le persone non deambulanti e allettate, che non sono materialmente in grado di provvedere a se stessi. La stretta colpirà anche gli attuali percettori dell’indennità di accompagno che non rispondono più ai nuovi requisiti.
L’emendamento è talmente iniquo che una delle principali associazioni dei consumatori, il Codacons, ha deciso di denunciare alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti sia Berlusconi, sia Tremonti per abbandono di capace, concorso in lesioni gravi ed omissione di atti dovuti. «Si stima che il costo per l'assistenza di un disabile grave non autosufficiente si attesti su una media mensile di 2.500 euro a carico della persona o della famiglia – nota Carlo Rienzi, Presidente del Codacons – In queste situazioni anche l' indennità di accompagnamento rappresenta un sostegno, tutt' altro che sufficiente a compensare un carico assistenziale che rimane in larga misura sulle spalle del cittadino e della sua famiglia».
Il 7 luglio, di fronte a Montecitorio, è stata organizzata dalle due federazioni che riuniscono le associazioni di disabili (Fand e Fish) una manifestazione di protesta alla quale stanno aderendo i sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e molti partiti politici e organizzazioni di ispirazione sociale. Fish e Fand sottolineano il silenzio, sulla manovra, da parte del ministro Sacconi «che ha la formale competenza per le politiche sociali, ma che appare ai margini da un dibattito dominato dal collega Tremonti; stranamente sembra che il Ministero del welfare abbia delegato la materia delle invalidità civili al dicastero dell'economia e all'Inps».
Dal sito dazebao.org
Martedì
06/07/10
15:27