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PERUGIA – “Qual è il parere esprime della Giunta regionale in merito al ricorso alla Commissione Europea (CE) promosso, tra gli altri, dalla Provincia di Perugia e dal Comune di Gubbio, affinché venga valutata la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica (VAS) e di Valutazione di impatto ambientale (VIA) del gasdotto denominato ‘Rete Adriatica’, progettato dalla Snam Rete Gas spa”. E’ quanto chiede il consigliere regionale di Prc-Fed.Sin. e vicepresidente del Consiglio, Orfeo Goracci attraverso una interrogazione all’Esecutivo regionale nella quale sottolinea anche se non si ritenga necessario “assumere una forte ed immediata iniziativa formale nei confronti del Governo italiano per richiedere la revisione del tracciato e conoscere, dalla Snam Rete Gas S.p.A., i motivi per cui non sono state prese in considerazioni soluzioni alternative con riferimento alle infrastrutture esistenti, in analogia con le scelte effettuate per il corridoio tirrenico”. Nell’atto, il vice presidente del Consiglio regionale, cita i numerosi organismi istituzionali, ma anche ambientalisti e comitati cittadini che hanno inoltrato ricorso alla Commissione Europea affinché valuti (ai sensi dell’art. 258 del Trattato CE) la rispondenza alle normative comunitarie in materia di ‘Vas’ e di ‘Via’ del gasdotto progettato dalla Snam Rete Gas S.p.A. (avente come partner per la distribuzione e vendita la Società British Gas)”. Goracci ricorda che “il progetto prevede la realizzazione di un gasdotto di dimensioni colossali sull’Appennino centro settentrionale (diametro tubo 1.200mm posto a circa 5 mt di profondità, servitù di mt 40 per circa 700 km in buona parte sulle cime di montagne e attraverso numerosissimi corsi d’acqua) progettato in unico tracciato dal Sud (Massafra, Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, in provincia di Bologna) ed è suddiviso in lotti funzionali che sono evidentemente connessi per realizzare un’unica struttura per il trasporto di gas”. “Con tale frazionamento – osserva Goracci - sono stati effettuati procedimenti parziali di ‘Via’ su alcuni tratti senza alcun collegamento tra le diverse procedure, consentendo agli enti locali una valutazione del progetto soltanto rispetto alla compatibilità con gli strumenti urbanistici vigenti nei comuni toccati dall’opera. La Regione Umbria, - spiega - con Determinazione dirigenziale n. 6347 del 07 luglio 2006 ha autorizzato, con prescrizioni, il progetto relativo al ‘Metanodotto Foligno-Sestino’ per il tratto di competenza, pur in presenza di un parere non favorevole espresso dal Servizio programmazione forestale, faunistico-venatorio ed Economia montana per quanto attiene agli aspetti faunistico-vegetazionali, in assenza di soluzioni alternative del tracciato ‘che consentano la salvaguardia del delicato equilibrio e della funzionalità del sistema ecologico della dorsale appenninica”. Secondo Goracci “il tracciato del gasdotto ‘Rete Adriatica’ interessa, direttamente ed indirettamente, numerose aree naturali protette, tra le quali il Parco dei Monti Sibillini, il Parco Velino-Sirente, i siti di importanza comunitaria-SIC e zone di protezione speciale: Zps quali ‘Fiume Topino’, ‘Boschi Bacino di Gubbio’, ‘Boschi di Pietralunga’ per quanto riguarda il territorio regionale umbro”. “il Gasdotto ‘Rete Adriatica’ – continua il vice presidente di Palazzo Cesaroni - è stato progettato dalla Snam Rete Gas S.p.A. al fine di realizzare il raddoppio delle infrastrutture di trasporto gas lungo il versante adriatico del territorio nazionale in analogia con quanto realizzato lungo il versante tirrenico. Ma da Biccari (Foggia) il tracciato del gasdotto viene fatto girare verso l’interno e si sviluppa lungo la dorsale appenninica, scontrandosi con ‘criticità’ quali la presenza di aree boschive, aree protette, aree ad elevato rischio idrogeologico e sismico. Basti pensare ai terremoti di Umbria-Marche del 1997 ed a quello ancor più devastante in Abruzzo del 2009, dove proprio a Sulmona è prevista la realizzazione di una centrale di compressione". "Il gasdotto – fa notare - andrebbe sicuramente a ledere pesantemente l’economia di una zona a cavallo tra Umbria e Marche ove si è ben sviluppato un sistema turistico basato sulla ricettività diffusa (agriturismi, ostelli, rifugi, campeggi, ecc.) alla cui realizzazione, peraltro, la nostra Regione ha utilmente ed intelligentemente contribuito con importanti investimenti, nonché sul settore dell’eccellenza dei prodotti del settore agro alimentare, compromettendo, in questo modo, anche aree importanti per la produzione e raccolta del tartufo (bianco pregiato) sia in Umbria che nelle Marche”. In conclusione, Goracci reputa “completamente condivisibili le valutazioni e le richieste contenute nel ricorso presentato alla Commissione Europea”. Condividi