GUBBIO - Il Comune di Gubbio si muove da alcuni anni, nelle scelte di politica gestionali, in direzione dell’uso delle fonti rinnovabili di energia. In tal senso, si sta lavorando per la definizione del Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC), strumento di pianificazione energetica del territorio. «Per legge, i Piani Regolatori Generali dei Comuni con popolazione superiore a cinquantamila abitanti – spiegano il sindaco Maria Cristina Ercoli, l’assessore alle energie rinnovabili Graziano Cappannelli e l’assessore all’ambiente Lucio Panfili - devono prevedere uno specifico piano a livello comunale, relativo anche all’uso delle fonti rinnovabili di energia, definito Piano Energetico Comunale (PEAC). Il Comune di Gubbio, pur non dovendo ottemperare a questo obbligo, in quanto ha una popolazione inferiore a tale parametro, ritiene opportuno dotarsi di tale strumento pianificatorio al fine di effettuare una integrazione tra fattore “energetico” e fattore “ambientale” attraverso l’individuazione di scelte strategiche per migliorare lo stato ambientale della città e promuovere l’uso razionale delle risorse, nella direzione di uno sviluppo ecosostenibile.» Introdurre la variabile energia, nelle procedure di pianificazione e gestione del territorio rappresenta un’importante opportunità per lo sviluppo e il cambiamento della città nel quadro delle direttive e dei finanziamenti nazionali ed europei. Il PEAC ha tra i suoi principali obiettivi lo studio degli indirizzi per attivare interventi di razionalizzazione nell’uso dell’energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sia nel settore pubblico che in quello privato. L’amministrazione comunale, ha affidato a Karl Ludwig Schibel dell’Agenzia Utopie Concrete di Città di Castello, l’incarico di elaborare questo documento orientato alla valutazione del potenziale delle fonti energetiche nuove e rinnovabili e alla descrizione delle azioni orientate all’uso razionale e al risparmio dell’energia nel territorio. Il progetto prevede, tra l’altro, un bilancio di consumi energetici e rispettive emissioni di CO2 che offre un quadro di riferimento per la politica energetica e del clima del Comune di Gubbio per il prossimo decennio; nonché proposte di interventi, sviluppate nel piano energetico, con l’obiettivo finale di vedere ridotte le emissioni di CO2 del 22% entro il 2020 rispetto ai valori di riferimento di emissione del 2007. Sulla base di tali indicazioni, il Comune si propone l’assunzione dei seguenti impegni: ridurre le emissioni di CO2 del 10% ogni quinquennio, quindi del 20% al 2020; dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030 riferito all’anno base 1990; e, a lungo termine, ridurre le emissioni di gas sera a 2,5 ton CO2 equivalenti per abitante per anno. «Questi obiettivi – concludono Ercoli, Cappannelli e Panfili - elaborati dall’Alleanza per il Clima nel 1990, si trovano in perfetta sintonia con quelli della Commissione Europea che ha deliberato una riduzione delle emissioni di CO2 nel territorio comunitario del 20%, insieme a un aumento dell’efficienza energetica del 20% e della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili del 20%. Il PEAC è già stato sottoposto alla visione dei consiglieri comunali della seconda commissione consiliare, dove è stato illustrato dallo stesso Schibel; nonché trasmesso a tutti i consiglieri, dato che ogni membro della massima assise cittadina dovrà esprimersi ed effettuare le proprie valutazioni di merito ed eventuali osservazioni e suggerimenti, vista la strategica importanza di questo strumento di pianificazione territoriale.» «Al di là di ciò che prevedono le leggi - affermano gli amministratori eugubini -, è dovere morale salvaguardare e proteggere il pianeta in cui viviamo, soprattutto per i nostri figli. Il diritto all'ambiente è un diritto fondamentale dell'uomo. E, grazie ad un processo legislativo internazionale, si è giunti a definire il principio dell'ambiente quale patrimonio comune dell'umanità e il principio di equità inter-generazionale, per cui anche alle generazioni future deve essere garantito tale diritto. E dunque partendo dal diritto di ogni abitante della terra a godere dell'ambiente e delle risorse che esso rende disponibili, occorre ricostruire, o meglio “sovvertire”, le regole dell'economia attualmente vigenti: rivedendo i modelli di consumo, riducendo gli sprechi, prestando maggiore attenzione agli effetti sull'ambiente delle nostre scelte, facendo il possibile per rimediare ai danni già provocati (vedi il disastro ambientale che sta provocando l’affondamento della piattaforma petrolifera della British Petroleum nel Golfo del Messico) ed evitando di contribuire ulteriormente alla devastazione in atto. Ognuno di noi deve dare il proprio contributo affinché ciò possa avvenire». Condividi