ORVIETO - Regolare l'offerta di vino in base alla domanda in modo da sostenere i prezzi non solo del prodotto sfuso, ma anche di quello in bottiglia, programmando interventi di anno in anno sulla resa massima di uva per ettaro e abbandonando la politica dei prezzi bassi: e' quanto propongono 34 aziende vinicole dell'orvietano. Lo fanno in una lettera aperta con la quale hanno lanciato l'allarme sulla crisi economica che sta attraversando il settore vitivinicolo e hanno avanzato delle proposte sulla gestione del periodo di difficolta'.
In particolare i produttori - tra loro anche la Cantina Monrubio guidata dall'enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella, le aziende Decugnano dei Barbi, Antinori, Barberani e la Cantina dei Colli Amerini - sottolineano il dato relativo alle giacenze di vino sfuso, che tra il 30 giugno del 2009 e il 30 giugno 2010 ha registrato un aumento di 29 mila 935 ettolitri, pari al 46 per cento. ''Da anni ormai - si legge nella lettera - si sta discutendo della necessita' di rivitalizzare e riposizionare in alto il nostro vino che invece si e' progressivamente indebolito, diminuendo il proprio fascino. Ma la politica dei prezzi bassi in bottiglia operata su grande dimensione obbliga tutti i partecipanti alla filiera ad un orientamento del prezzo verso il basso fino all'abbandono del prodotto perche' non piu' remunerativo. Questa politica, a nostro avviso, non puo' che portare alla fine dell'Orvieto''.
I produttori hanno giudicato invece positiva la decisione della Regione dell'Umbria di bloccare ''un'azione sventurata orientata ad aumentare la produzione per ettaro rivendicabile da 110 quintali a 120''. ''E' evidente - hanno sostenuto ancora - che non e' solo la produzione per ettaro che va gestita in un prossimo futuro, ma l'intero impianto della denominazione oltre che le impostazioni di mercato. Regolare la resa in modo da allinearla al mercato - hanno concluso i 34 produttori - e' vitale per la gestione economica e strategica della denominazione''.
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