PERUGIA – “Nel silenzio più assordante l’Ati1 sta elaborando il Piano d’ambito previsto dal nuovo Piano regionale dei rifiuti, approvato oramai più di un anno fa dal Consiglio regionale, senza tenere conto delle osservazioni dei comitati civici e senza valutare le ragioni del buonsenso economico ed ambientale. Eppure proprio quest’ambito, non condizionato da impiantistica già esistente, avrebbe le condizioni per applicare le soluzioni più avanzate tecnologicamente e di minor impatto ambientale, come ad esempio il sistema Vedelago.
A sollevare il problema è Oliviero Dottorini, capogruppo in Consiglio regionale dell’Italia dei Valori che insieme a Roberto Lensi, capogruppo dello stesso partito a Città di Castello commentano: “evidentemente qualcuno preferisce concentrarsi sull’impiantistica finale, sia essa rappresentata dalle discariche o dai termovalorizzatori, piuttosto che mettere in atto tutte le azioni per ridurre la produzione di rifiuti, incentivare la raccolta differenziata e puntare sulla preselezione spinta: un atteggiamento molto grave e per quanto ci riguarda ci rifiuteremo di applicare il Piano dei rifiuti a pezzi, assecondando interessi più o meno trasparenti”.
“Non si capisce come mai – aggiungono Dottorini e Lensi - si continuino a perseguire logiche di progettazione antiquate, senza prendere in considerazione le soluzioni più avanzate. Come se non bastasse l’accordo capestro per la rimodulazione dei rifiuti, che ha portato la discarica di Belladanza all’esaurimento e le casse del comune di Città di Castello a un danno senza precedenti, ora si pensa di procedere senza coinvolgere la cittadinanza, con procedimenti di partecipazione formali e attuati in modo da rendere impossibile la presenza dei cittadini. Eppure ciò che si cerca di far passare sopra la testa della popolazione rappresenta il futuro di tutta la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta differenziata allo smaltimento ultimo. Il silenzio che regna attorno a questa vicenda sembra dare ragione a chi prevede, ancora una volta, scelte fatte contro gli interessi del territorio. Altro interrogativo riguarda il futuro di Sogepu, la società partecipata dal Comune che gestisce i servizi per la gestione integrata dei rifiuti: qualcuno si sta domandando il perché dell’insistenza con cui un’altra società perugina, ben più robusta, sta sollecitando la gara per l’assegnazione della gestione dei rifiuti, per tutto l’Ati 1, ad un’unica ditta?”
E’ dunque necessario – concludono Dottorini e Lensi - che i soggetti dell’Ati1 “prendano in considerazione la possibilità di ospitare impianti avanzati di trattamento dei rifiuti sul modello Vedelago, centro di consolidata esperienza che da anni gestisce impianti di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti con livelli di differenziazione elevatissimi, alte performance di rendimento e massima compatibilità ambientale. Quel modello non può essere ignorato in sede di attuazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, anche per rivedere le previsioni di possibili ampliamenti di siti che negli anni hanno subito le conseguenze di politiche insensibili alla raccolta differenziata e molto attente agli interessi extraterritoriali. Il Piano d’ambito elaborato è a nostro avviso ricco di incongruenze ed errori tecnici ben documentati dal Comitato che si sta battendo per una gestione razionale dell’impianto di Belladanza. Paiono non tornare le distanze tra la discarica e il torrente Gracciata, non vengono presi in considerazione i tre fronti franosi che l’Autorità di bacino del Tevere indica come gravi e pericolosi e non si tiene in adeguata considerazione l’aumento insostenibile del transito dei mezzi pesanti nella frazione di Santa Lucia. Ma soprattutto non si ritiene possibile l’applicazione di un modello”.
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