PERUGIA - Denunciare la grave sottovalutazione della crisi che sta investendo il settore edile mettendo in campo, concretamente ed in modo unitario, la forza e le ragioni del comparto delle costruzioni. Con queste intenzioni hanno manifestato insieme, riunendosi oggi a Perugia come stati generali del settore, le organizzazioni delle imprese del settore (Ance, Cna, Confartigianato, Lega Cooperative, Confapi) ed i sindacati dei lavoratori (Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil).
E' stato ribadito che falliscono imprese e diminuiscono drasticamente gli occupati, con pesanti ripercussioni su tutta la filiera, dai produttori di materiale di costruzione fino agli impiantisti, e tutto cio' - e' stato sottolineato - nel piu' totale disinteresse delle istituzioni politiche e della burocrazia.
Il settore delle costruzioni ha voluto anche proporre alle istituzioni locali e di tutta la societa' civile i possibili rimedi e le azioni per combattere la crisi: lo ha fatto prima di tutto portando in piazzi i mezzi di lavoro, come camion e ruspe, e poi, nella riunione al centro congressi Capitini, con la serie di interventi che sono stati chiusi da quello della presidente della Regione, Catiuscia Marini. ''Rischiano di essere cancellate, disperse e umiliate - ha affermato Massimo Calzoni, presidente di Ance Perugia - risorse decisive, professionalita' preziose, un'intera storia di imprese e di lavoratori. Cio' a causa della grave crisi, ma purtroppo anche per colpa di pregiudizi, disinformazione e sottovalutazioni che sono la base della colpevole inerzia con la quale le Istituzioni politiche e la burocrazia rimangono a guardare le difficolta' del settore''.
Le costruzioni - e' stato ricordato - sono state un elemento decisivo dello sviluppo economico, sociale e civile dell'Italia e dell'Umbria. Quindi ''il patrimonio rappresentato dalle imprese e dai lavoratori edili e' una risorsa decisiva per pensare al futuro e per cercare di uscire dalla crisi, per aprire una nuova fase di sviluppo''. Nella stessa occasione sono stati ribaditi alcuni dati sul settore delle costruzione. Il numero di ore lavorate nel 2009 e' diminuito in Italia dell'11% e in Umbria del 15. Gli occupati persi in Umbria in un anno sono stati 4.000, mentre hanno chiuso un numero di imprese pari a sette-otto stabilimenti come quello della Perugina, oppure due stabilimenti della Terni, quattro/cinque Merloni, o 50 Basell. Inoltre in Umbria (2009 su 2008) si evidenzia un aumento dei fallimenti di quasi il 61%. Nei primi nove mesi del 2009, secondo la Banca d'Italia, il flusso di nuovi mutui in edilizia residenziale e' diminuito del 22% in Umbria. E, per gli investimenti in edilizia non residenziale e' calato del 47,4%. I
n Umbria dopo molti anni si registrano saldi negativi tra nuove imprese iscritte alle camere di commercio e imprese cessate. 53 era il saldo negativo del 2009, e' 118 quello dei primi tre mesi del 2010. Per i bandi di gara, l'Umbria e' a meno 55% in numero e a meno 41% in valore. Per il mercato immobiliare in Umbria nel 2009 sono state compravendute 9.240 abitazioni, con un calo del 12% sul 2008. Dagli stati generali delle costruzioni, anche le proposte per uscire dalla crisi e aprire una nuova fase: tra questi, lo snellimento e semplificazione delle procedure amministrative, la modifica del patto di stabilita' e la garanzia alle imprese dei pagamenti dovuti, lo sblocco delle risorse nazionali per infrastrutture ed un piano locale per le piccole e piccolissime opere, l'utilizzo della leva fiscale per la ripresa. Alla politica, il settore chiede di ampliare la cassa integrazione guadagni ordinaria.
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