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TERNI - La tariffa agevolata per l'energia elettrica concessa alle societa' che si sono succedute alla Terni costituisce un aiuto di stato che l'Italia deve recuperare. E' quanto ha stabilito oggi il Tribunale Ue del Lussemburgo secondo il quale ''la proroga concessa nel 2005 eccede l'indennizzo dovuto per l'espropriazione subita nel 1962'' quando fu istituito l'Enel. Le societa' nate in seguito alla scissione della Terni nel 1964 - la Terni Acciai Speciali, produttrice di acciaio, la Nuova Terni Industrie Chimiche, operante nel settore chimico, e la Cementir, produttrice di cemento, successivamente privatizzate e riacquistate dalle societa' ThyssenKrupp, Norsk Hydro e Caltagirone - hanno continuato a godere della tariffa agevolata. Nel 1991 l'Italia ha prorogato, sino al 31 dicembre 2001, le concessioni idroelettriche esistenti, nonche' la tariffa agevolata. Questa proroga e' stata notificata alla Commissione, che non ha sollevato obiezioni. Le concessioni sono state poi rinnovate sino al 2020 e la tariffa e' stata prorogata sino al 2010, senza una previa notifica alla Commissione. Nel 2007 la Commissione aveva invece dichiarato illegittima la tariffa agevolata concessa a tre societa' ex-Terni, in quanto aiuto al funzionamento. Sebbene la misura costituisse un indennizzo che non attribuiva ai beneficiari nessun vantaggio per tutto il periodo inizialmente previsto, viceversa, la tariffa concessa a partire dal 2005, secondo l'esecutivo europeo, costituiva un aiuto di Stato. L'Italia e le societa' interessate avevano chiesto al Tribunale di annullare questa decisione vista la natura compensativa della misura, ma i giudici comunitari oggi hanno respinto il ricorso. ''Preoccupazione'' per questa sentenza che ha respinto il ricorso italiano avverso a considerare ''aiuto di stato'' le agevolazioni tariffarie per le acciaierie di Terni (e conseguentemente condannato la societa' Thyssen Krupp a restituire una ingente somma) e' stata espressa dalla presidente della Regione dell'Umbria, Catiuscia Marini, dal sindaco di Terni, Leopoldo di Girolamo, e dal presidente della Provincia, Feliciano Polli. I tre rappresentanti istituzionali - si legge in una nota della Regione - manifestano timori per il ''colpo'' che da questa decisione potrebbe derivare all'area industriale ternana e per le conseguenze, anche nei termini di un ''allentamento'' nella presenza e nell'impegno di strutture produttive decisive per l'economia e l'occupazione, che si potrebbero registrare. Nel loro tradizionale schierarsi a sostegno delle ragioni dell'Ast, la Giunta regionale, il Comune e la Provincia di Terni hanno sempre considerato il carattere di indennizzo e quindi non di aiuto pubblico che hanno storicamente avuto le agevolazioni tariffarie per le societa' della ex Terni le quali, per di piu', come aziende cosiddette energivore, cioe' ad elevatissimi consumi di energia, rendono comunque conveniente per le aziende elettriche fornitrici gli sconti praticati. Marini, Di Girolamo e Polli chiedono ''un impegno fermo e deciso del governo italiano in sede comunitaria perche' le decisioni sulla restituzione delle agevolazioni Ast e sul mantenimento del regime di agevolazioni tariffarie possano essere riviste''. Condividi