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Ammontano a 19.3 miliardi di euro, a marzo 2010, i finanziamenti bancari destinati all'economia dell'Umbria, con un incremento del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2009. In particolare i prestiti complessivi al sistema delle imprese hanno superato i 13 miliardi di euro, con un aumento sul 2009 del 2,5%. I dati sono stati presentati oggi a Perugia dal presidente di Abi (Associazione bancaria nazionale) Umbria, Alfredo Pallini, nel corso di un incontro con la stampa. La struttura del sistema bancario regionale – è emerso nel corso dell'incontro - vede attive sul territorio, nel 2009, 46 banche per un totale di 577 sportelli che servono 84 comuni. Gli sportelli bancomat sono 944, i ''Pos'' (apparecchiature per pagare con il bancomat direttamente nei negozi), 19.002. I finanziamenti delle banche alle imprese locali hanno superato, come detto, i 13 miliardi di euro secondo il dato del marzo 2010. Alle famiglie sono andati 5.8 miliardi, con una crescita annuale del 7,8%. Buono l'andamento dei depositi da parte della clientela: complessivamente 10.7 miliardi di euro, pari a un incremento del 2,8%. A fronte ''dell'ampio sostegno a famiglie e imprese'', il settore bancario - è stato detto - sconta ancora la difficile congiuntura economica sul territorio e le sofferenze, pari a 990 milioni di euro, sono cresciute del 41,7%. La raccolta complessiva della banche in Umbria sta diminuendo e questo, è stato sottolineato, è un segnale del fatto che l'economia è in difficoltà. ''Le banche - ha affermato Pallini - sono pronte a fare la loro parte in questo contesto di crisi molto generale. Vogliamo essere la cinghia di trasmissione per l'economia, per agevolare lo sviluppo del territorio che in ultima analisi agevola anche il nostro sviluppo. Siamo vicini all'impresa, alle istituzioni pubbliche, alle famiglie. Abbiamo fatto la nostra parte e vogliamo continuare a farla''. Pallini ha anche sottolineato il ruolo della Commissione regionale Abi dell'Umbria, composta da rappresentanti dei diversi istituti bancari. L'obiettivo - ha spiegato - è quello di ''andare sul territorio''. ''Ognuno - ha aggiunto il presidente di Abi Umbria - deve fare la sua parte: le imprese, le banche, che devono essere efficienti, le istituzioni pubbliche, anche perché a crisi non convenzionali come questa si risponde con misure non convenzionali e con uno schema mentale aperto''. "Se continuiamo come abbiamo fatto, mettendoci la faccia, tanta trasparenza, dialogo, i problemi si risolvono'', ha osservato ancora Pallini, ricordando che sono 700 le imprese ''salvate'' con il fondo regionale anticrisi e 4.000 quelle sovvenzionate, con liquidità aggiuntiva per 180 milioni di euro, nell'ambito della moratoria alle imprese. Condividi