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"Se dopo oltre cent’anni di storia il Perugia precipita tra i dilettanti - si dice in una nota diffusa dal Centro di coordinamento dei Perugia clubs - non è colpa del caso. I soggetti che a vario titolo avrebbero potuto ( e dovuto) fare qualcosa per salvare il calcio professionistico nel capoluogo di regione (dove solo qualche anno fa si giocava la serie A e la coppa UEFA) per incapacità e/o per calcolo non lo hanno fatto: le responsabilità di ciascuno sono chiare a tutti. Più di tutti pagano i tifosi, gli sportivi e i tanti cittadini che, pur senza essere assidui frequentatori di stadi, capiscono benissimo che una squadra prestigiosa che scende tra i dilettanti è una macchia scurissima per una città, le sue istituzioni, la sua classe dirigente politica ed economica, le sue testate giornalistiche. Non ci convincono affatto le cordate che si fanno avanti adesso dopo aver lasciato morire per omissione di soccorso il Grifo, che avrebbe potuto essere salvato nella categoria in cui militava senza traumi e salvaguardando un patrimonio giocatori ora invece andato perso senza contropartite. Questo, sia chiaro, comporterà per loro stessi maggiori spese e sforzi per riportare il Perugia dove era, rispetto alla soluzione di salvare la squadra in Prima Divisione: per questo sarà necessario capire se e ci siano altre convenienze ed interessi a fare questa operazione. Chi si fa avanti adesso, e chi ne ha sollecitato l’intervento, sappiano che i tifosi, che hanno dimostrato, praticamente unici in tutta la vicenda, il senso di responsabilità che serviva, non dimenticano nulla, non staranno a guardare inermi e vogliono che la loro centralità e il loro ruolo di controllo e di garanti sia riconosciuto senza remore dalla futura compagine societaria. Perché non si ripetano, nel futuro prossimo e mai più, le beffe e le tragicommedie già consumatesi a spese della città, del Perugia e degli sportivi. Chi prende il Perugia sarà “marcato” stretto dai tifosi e dovrà garantire, senza alcun indugio e con progetti seri, il rapido ritorno del Grifo nelle categorie che merita, passando dalla prima Divisione appena lasciata. Diversamente, dovrà passare la mano a chi può fare meglio. E dovrà anche garantire serietà, competenza, trasparenza, correttezza, sincera dedizione alla causa e rispetto di tutti i tifosi: tutte cose tristemente mancate nel recente passato. Noi tifosi, come sempre, faremo il nostro. Continueremo a fare i tifosi con la passione e il disinteresse di sempre, ma senza firmare a nessuno cambiali in bianco. Chiediamo alle Istituzioni di schierarsi ufficialmente ed adoperarsi fattivamente per due obiettivi: 1) far cessare attorno al Perugia la ressa di pretendenti inconcludenti e guidare con mano sicura la formazione di una compagine societaria seria e affidabile; 2) garantire presso i futuri assetti societari la centralità del ruolo dei tifosi, a riconoscimento del fatto che nessuno come loro (e che, anzi, più di qualcuno, al contrario di loro) ha lavorato con passione in questo periodo per la salvezza del Grifo, la dignità di una storia e la tutela di un patrimonio, non solo sportivo, dell’intera Umbria". Condividi