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M.C. Poche, oggi, le novità di rilievo rispetto alle notizie di ieri. La prima, più una nota di colore, se vogliamo, che una vera e propria notizia, riguarda il nome della nuova società affiliata al CRU; non più, come sembrava in un primo momento, Asd Perugia, ma Perugia Calcio, cosa questa che ci era stata anticipata ieri sera dall'amico Marco Mariuccini di www.perugiasportiva.it, in vena di confidenze giornalistiche, e di questo lo ringraziamo. Il nome, probabilmente più gradito sia alla Federazione che ai tifosi, dovrebbe essere quello definitivo, in attesa, un giorno, di recuperare il vecchio marchio A.C. Perugia 1905. La seconda notizia, è relativa alle date che dovrebbero sancire l'avvio delle operazioni della nuova società. Entro qualche giorno, forse entro il 5 luglio prossimo, Roberto Damaschi, conterà gli uomini del plotone d'assalto alla D, e, stabilite le quote pro capite da versare ognuno dei membri della società, coprirà il piatto fino a raggiungere quel paio di milioni di euro necessari per avviare il progetto di rinascita. Altre chicche riguardano i primi nomi di possibili giocatori che dovrebbero vestire la casacca biancorossa nel prossimo futuro. Entrambe i candidati alla poltrona di DS del Grifo, ovvero Sfrappa ed Arcipreti, ne propongono di propri, dal prestigioso ipotetico ritorno di Gio' Tedesco, come suggerisce oggi il G. d. U., al canadese Piacentino al quale, Alvaro Arcipreti, vorrebbe addirittura accostare Francesco Dettori, regista–fantasista, già del Pescara. Inizia come avevamo previsto il tourbillon di nomi, alcuni destinati a rimanere nel cassetto dei sogni, altri forse si riveleranno buoni. Vorremmo, invece, soffermarci su un argomento che riteniamo imprescindibile quale punto di partenza per un futuro importante: la costituzione di un buon gruppo di giovani calciatori, tanto più necessari in un campionato dilettantistico, poiché se ne ha l'obbligo di schieramento in campo, quanto più essenziali per dare continuità e significato al buon lavoro svolto fin qui dai responsabili tecnici delle giovanili del vecchio Perugia. Dalle squadre giovanili del Perugia, nel corso degli anni, sono usciti fior di giocatori, che purtroppo, spesso, non sono stati visti dagli allenatori della prima squadra, né dagli stessi responsabili della società. Giocatori che sono andati a fare la fortuna di altre squadre ed oggi giocano, o domani giocheranno, in campionati professionistici di A o B. Qualche nome, senza far torto a nessuno, ma solo come esempi: Testini e Lucarelli, o Sy e Campanacci, o Ceppitelli, o lo stesso Ranocchia, in odore di nazionale. Ci farebbe piacere sapere che i giovani delle giovanili del Perugia, i Sansotta, gli Ubaldi, i Federici o Fiorucci, i Radi, ecc… non venissero ignorati, ma inseriti nella rosa del futuro Grifo. Dal lavoro svolto da Guido Vicarelli, Stefano Perugini e soci, fin dai tempi di Paolo Fabbri (e non ci sia chi ora ci rimproveri di sponsorizzare amici e compagni di banco, perché resteremmo delusi da tanta immaturità e abitudine a denigrare le idee del prossimo, quando non se ne hanno di proprie) son venuti fuori dei buoni frutti, forse già maturi per il campionato scorso, o quelli passati, e se non fosse stato per la miopia o la superbia di qualche allenatore della prima squadra, ora ne potremmo godere a piene mani. Se possibile, non lasciamoceli soffiare, se non è già accaduto. Siamo convinti che alcuni di loro giocherebbero quasi gratis, pur di indossare la maglia del Grifo. Se sono la passione ed il cuore quello che ci servirà nel prossimo futuro, impossibile non tenerne conto. Non vorremmo risultare blasfemi con improbabili accostamenti, ma la lezione calcistica impartita ad un'Inghilterra zeppa di strapagatissimi giocatori vecchi e spocchiosi, da parte di una giovanissima Germania (la più giovane dei mondiali), con giocatori anche naturalizzati o figli di immigrati (bella lezione di integrazione etnica e multiculturale, per i neo-razzisti di oggi o per quelli che indossano cravatte simil-ramarro), ci insegna che è giunto il momento di valorizzare i vivai, smetterla di acquistare giocatori dall'estero, che guarda caso, poi appartengono alle nazionali che ci danno legnate e lezioni, e che finiranno per chiudere i Mondiali dal 4° posto in su. Ridicolo pensare che in Lega Pro non si possa schierare una Primavera, ma solo la Juniores, ridicolo pensare che i settori giovanili italiani non riescano a sfornare giocatori da poter schierare in prima squadra, poiché queste sono zeppe di stranieri. Si parla di spettacolo e affari, di grossi nomi per accontentare le piazze, poi però ci si interroga sul perché dei fallimenti a livello internazionale da parte dei nostri club. L'unico club che ha vinto si chiama Internazionale e c'erano solo due italiani. Vanno bene gli stranieri, condivido l'integrazione razziale, vanno bene i naturalizzati, o i giovani figli di immigrati, che almeno possono essere schierati in Nazionale, ma ai nostri giovani chi gli dà spazio, se nei campionati professionistici sono in pochi a dar loro credito? Un saluto. Condividi