Vince il sì all'accordo nello stabilimento FIAT di Pomigliano d'Arco ma si ferma al 62,2%. I voti a favore dell'intesa tra azienda e sindacati, non sottoscritta dalla FIOM, infatti, sono stati 2.888, 20 le schede bianche, 59 le nulle e 1.673 i no, su 4.642 votanti. Sono questi i dati finali del referendum il cui spoglio si è concluso nella notte.
“I sì per il lavoro e i no per non cancellare i diritti” Così la Vice Segretaria Generale della CGIL, Susanna Camusso, commenta il risultato del referendum a Pomigliano d’Arco. “La partecipazione al voto - aggiunge - era prevedibile, come la prevalenza dei sì: i lavoratori di Pomigliano si sono ritrovati improvvisamente arbitri di una contesa che preme su di loro e sulle loro aspettative personali perché in quel territorio, caratterizzato da un’alta disoccupazione, uno stabilimento come quello della FIAT svolge un ruolo essenziale e non sostituibile”.
Secondo Camusso, “anche un voto così particolare, nella sua articolazione tra sì e no, dice che ci vuole una soluzione condivisa, come la CGIL ha sempre sostenuto. Tanto più che intese che cancellano diritti sono inefficaci in quanto illegittime. Per questo chiediamo a FIAT di confermare e avviare, l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano, di riaprire la trattativa per un'intesa condivisa da tutti. Al governo - conclude Camusso - che è stato ininfluente sulle scelte industriali, che ha voluto giocare una sua partita di divisione del sindacato, il voto dice che un 'paese moderno' difende i diritti dei lavoratori”.
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