TERNI - La Camera di commercio di Terni ha sempre sostenuto che il polo universitario locale e l'universita' dell'Umbria nel suo complesso ''rappresentano un asset strategico ai fini dello sviluppo e della crescita'', ma e' convinta che la loro operativita' debba riguardare ''un bacino territoriale piu' ampio di quello regionale e che questo aspetto rappresenti il 50 per cento dell'obiettivo complessivo riguardante il tema universita'': e' quanto sostiene il presidente dell'ente camerale ternano, Enrico Cipiccia.
Secondo Cipiccia, occorre ''recuperare e mantenere quegli studenti che hanno lasciato questo territorio per altre destinazioni, una fuga dovuta in buona parte alle incertezze e alle limitazioni dei corsi attuali. Nel momento in cui l'economia deve riprendere a crescere, rinascendo dalla trasformazione in atto, la grande vocazione industriale della nostra provincia necessita di un sistema nuovo di integrazione tra le realta' produttive, locali e non, e il mondo universitario. Non si puo' piu' immaginare l'impresa nel suo capannone e l'universita' nelle sue aule. E' un modello da dimenticare e se si ripetesse sarebbe un ulteriore fallimento''.
In una nota, Cipiccia ribadisce che ''l'universita' non puo' costruire i suoi talenti senza avere una reale, effettiva conoscenza delle necessita' delle imprese. Per questo deve porsi in ascolto, scendere nei capannoni, dialogare con gli imprenditori per comprenderne le esigenze e forgiare professionalita' coerenti con i bisogni del territorio. E' questo un elemento cardine su cui fanno perno le reali prospettive di sviluppo e di crescita del nostro sistema economico e sociale: trattenere le eccellenze umane per soddisfare le esigenze di crescita del nostro sistema produttivo''.
''Ora, dopo l'ottimo lavoro istituzionale, spetta alle realta' imprenditoriali - conclude Cipiccia - dimostrare che quanto e' stato difeso, concesso e reso possibile ha un senso perche' serve al territorio. Integrare in azienda dei neolaureati in possesso delle conoscenze idonee a generare sviluppo, affiancandoli ai manager esistenti, significa anche creare le condizioni per un passaggio generazionale che offra certezze al mantenimento sul territorio di investimenti frutto dell'innovazione, supportati anche, e ce lo auguriamo, dal mondo bancario''.
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