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CITTA' DEL VATICANO - "Naturalmente, auspichiamo tutti e abbiamo fiducia che la situazione venga chiarita pienamente e rapidamente, cosi' da eliminare ombre, sia sulla sua persona, sia su istituzioni ecclesiali. Il cardinale Sepe, come ha gia' detto egli stesso, collaborera' ovviamente, per parte sua, a questo chiarimento". Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, commentando ai microfoni della Radio Vaticana l'inchiesta sugli appalti per il G8 che coinvolge l'ex prefetto della Congregazione dell'Evangelizzazione dei Popoli, card. Crescenzio Sepe. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede non e' entrato nel merito delle accuse di corruzione contestate al cardinale con l'avviso di garanzia ricevuto ieri, ma ha ricordato che in base ai Patti Lateranensi la sua azione alla guida del dicastero non e' sottoposta alla giurisdizione italiana: "naturalmente - ha spiegato infatti - bisognera' tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti fra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda". L'art. 11 del Trattato fra l'Italia e la Santa Sede dell'11 febbraio 1929, reso esecutivo in Italia con legge 27 maggio 1929 n.810, stabilisce che "gli enti centrali della Chiesa Cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano". E' su questa base che potrebbe aprirsi un contenzioso in merito all'iniziativa dei giudici. Anche se mantiene il passaporto della Santa Sede e in quanto cardinale ha ulteriori particolari tutele (potrebbe essere interrogato ad esempio nel suo ufficio e non recarsi a Perugia), dal 2006 Sepe e' arcivescovo di Napoli per decisione di Benedetto XVI che ritenne piu' opportuno affidare l'importante dicastero chiamato tradizionalmente "Propaganda fide" a un porporato non italiano come Ivan Dias, l'indiano che e' l'attuale prefetto. Una scelta che non imlicava ovviamente un giudizio negativo sull'azione del card. Sepe, tanto che oggi padre Lombardi ha premesso alla sua dichiarazione "una parola di stima e di solidarieta' per il cardinale Sepe, in questo momento difficile". "Il cardinale Sepe - ha affermato il portavoce del Papa - e' una persona che ha lavorato e lavora per la Chiesa e per il popolo che gli e' affidato in modo intenso e generoso, e ha diritto ad essere rispettato e stimato". Condividi