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Le misure varate da tutti i governi europei sono state giustificate dalla necessità di contrastare gli attacchi speculativi. A due anni di distanza dall'esplosione della grande crisi, quali sono le misure effettivamente assunte a livello globale per contrastare la speculazione? E negli Usa e in Europa? Per quel che riguarda l'adozione di strumenti coordinati a livello internazionale, come la Tobin Tax, questi sono sempre rimasti lettera morta. Nell’ultimo ventennio però sono stati adottati, in diverse aree del mondo, provvedimenti nazionali di contrasto alle speculazioni. Ricordo ad esempio le misure del governo della Malesia adottate durante la crisi del sud-Est Asiatico. Si tratta di soluzioni ritenute piuttosto efficaci dalla letteratura scientifica. Esse consistono in vincoli sui movimenti di capitale che disincentivano i continui afflussi e deflussi di capitali speculativi in un paese e quindi rendono la bilancia dei pagamenti più stabile, e con essa anche i redditi e l’occupazione, che altrimenti sarebbero sottoposti a oscillazioni tremende. Anche in Cile, alcuni anni fa, sono stati adottati validi provvedimenti di controllo dei capitali. Viceversa Stati Uniti e Unione Europea, nemmeno dopo l'esplosione della crisi, hanno assunto scelte significative in questa direzione. Del resto essi sono stati a lungo non vittime ma beneficiari dei processi speculativi, dato che i grandi operatori che speculano partivano da Ue e Usa, facendo poi il bello e il cattivo tempo nel resto del mondo. Ora però c'è una novità: la crisi e la speculazione colpiscono il centro del sistema. Questo potrebbe cambiare le cose. E' possibile battere la speculazione con provvedimenti come la proibizione delle vendite allo scoperto di titoli di stato e l'acquisizione da parte della BCE, in caso di attacco speculativo, dei titoli di stato messi sul mercato? La clausola della "sterilizzazione" non rischia di vanificare quest'ultimo intervento? Il fatto che gli attacchi speculativi ora si rivolgano al cuore piuttosto che alle periferie del mondo, sta producendo i primi segnali di un cambiamento delle scelte politiche. Il governo tedesco ha già varato il divieto di vendite allo scoperto. Il che significa in sostanza bloccare un meccanismo per cui, con pochissime risorse, si fanno scommesse su volumi ingentissimi di capitali. Ed è positivo che la BCE si disponga a remare contro gli speculatori, acquisendo i titoli sottoposti ad attacco. Ma l'intervento della BCE, che è stato assai tardivo nella vicenda greca, è anche ambiguo, proprio poiché essa dichiara di voler fare anche “sterilizzazione”. Cioè per ogni tot euro che immette nel circuito monetario quando compra i titoli, ne ritira altrettanti tramite compravendite di segno contrario, il tutto allo scopo di mantenere invariata la massa monetaria. In realtà la BCE dovrebbe assumersi la responsabilità di dire “da che parte sta”. Essa cioè non può pretendere di contrastare gli speculatori e al tempo stesso mantenere invariata la massa monetaria. In questa ambiguità si percepisce una esitazione, e questa può aizzare gli speculatori. Quali sono gli altri interventi che si possono assumere? Come giustamente osservano alcuni tecnici del Fondo Monetario Internazionale, è probabile che americani ed europei si vedranno costretti a seguire l'esempio cinese. Si dice dentro l'FMI che “i cinesi se la ridono”, perché dopo anni di critiche alla Cina ma anche all’India perché questi paesi non si piegavano al “pensiero unico” e insistevano nel voler controllare rigidamente i movimenti di capitali e le transazioni finanziarie, ora rischiamo di dover chiedere loro consigli tecnici su come ripristinare i meccanismi di controllo. I paesi che si sono tenuti lontano dall'orgia liberista diventano un esempio da seguire per fare argine contro la speculazione. Qual è la situazione dell'Italia? E' assolutamente necessario che si assumano provvedimenti urgenti, poiché gli attacchi speculativi sono solo all'inizio e perché l'Italia è tutt'altro che immune. La situazione italiana si presta agli attacchi speculativi, perché l'Italia ha fatto registrare la caduta del reddito più pesante a livello europeo nel 2009. La speculazione può scommettere sul fatto che in questa situazione sia sempre più difficile il rimborso dei debiti assunti, non solo pubblici ma anche privati. Per questo andrebbero subito varati provvedimenti che proibiscano le vendite allo scoperto, come ha fatto la Germania, ma andrebbero anche istituite imposte che disincentivino le transazioni finanziarie a breve e bisognerebbe pure introdurre forme di controllo dei movimenti dei capitali come fece la Malesia. Sarebbe senz'altro meglio se questi provvedimenti fossero assunti a livello europeo, ma se questo non avviene, vanno comunque assunti in Italia. Invece.. Invece... Invece, la tesi secondo cui le politiche di bilancio restrittive bloccano la speculazione è priva di fondamento. In realtà queste politiche ci stanno portando ad una deflazione da debiti, cioè ad una tale caduta dei redditi reali da rendere effettivamente i debiti inesigibili, cioè ci stanno portando dritti dove vogliono andare gli speculatori. Questa politica non è semplicemente frutto di errori. Essa riflette gli interessi del grande capitale, che pensa di uscire dalla crisi libero dai vincoli dei diritti del lavoro, con meno concorrenza per l'elevatissima mortalità delle imprese, e magari con nuove occasioni di investimento create dai processi di privatizzazione del welfare. R.F. Condividi