''A pagina 37 della relazione di Bankitalia sull'Umbria c'è scritto che, negli anni 2006-2008, è la regione d'Italia con la più alta incidenza pro-capite di spesa pubblica''. Così il capogruppo del Pdl, Raffaele Nevi che spiega come la spesa pubblica si quantifichi in ''ben 4.200 euro a persona e che, anche al netto della quota 'terremoto', si attesta a 3.800 euro contro la media delle altre regioni a statuto ordinario che viene quantificata in neanche 3.200 euro pro-capite''.
Per Nevi, la relazione annuale della Banca d'Italia sulla situazione economica dedicata alla finanza pubblica decentrata, oltre a porre in evidenza ''una situazione di grande difficoltà delle imprese e dell'economia in generale, evidenzia che ogni cittadino umbro è gravato di 600 euro in più rispetto alla media delle altre regioni. Questa - commenta Nevi - è la dimostrazione di quanto, negli anni passati, la Regione e il centro sinistra abbiano allegramente gestito le finanze pubbliche con l'unico obiettivo di fare clientele e generare consenso politico senza avere l'eccellenza dei servizi che ci si dovrebbe aspettare''.
''Ecco perché, come diciamo da tempo, - continua Nevi - non è più possibile rinviare un drastico programma di ridimensionamento dell'apparato pubblico e una seria allocazione delle risorse che diano modo di aumentare, quantitativamente e qualitativamente, i servizi, a partire da quelli sociali e sanitari secondo i principi di libertà di scelta e meritocrazia''. Per Nevi ''questo è il motivo vero per il quale la presidente Marini farebbe bene a smetterla con la litania dei tagli del Governo, che hanno il solo difetto - conclude - di tagliare i privilegi di quanti vivono ancora a spese del settore pubblico''.
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