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gio. 10/06 Il segreto dei suoi occhi 19:30-22:00 dall'11 al 14/06 Il segreto dei suoi occhi ore 21:00 mart. 15/06 Gabbie cortometraggio girato interamente a Perugia ore 21:00 merc. 16/06 Il segreto dei suoi occhi ore 21:00 gio. 17/06POPIELUSKO ore 20:30 Il segreto dei suoi occhi Oscar 2010 Miglior film straniero Un lungo amore argentino Un film di Juan José Campanella. Con Ricardo Darín, Soledad Villamil, Guillermo Francella, José Luis Gioia, Pablo Rago. Javier Godino, Carla Quevedo, Rudy Romano, Mario Alarcón, Alejandro Abelenda, Sebastián Blanco, Mariano Argento, Juan José Ortíz, Kiko Cerone, Fernando Pardo Genere Drammatico, produzione Argentina, Spagna, 2009. Durata 129 minuti circa. Da venerdì 4 giugno al cinema. Un crimine irrisolto, un amore sospeso, un finale da scrivere Benjamín Esposito è un assistente Pubblico Ministero nell'Argentina degli anni '70 e si imbatte in un caso giudiziario di una donna violentata e uccisa su cui la giustizia non vuole fare chiarezza, lasciando un marito devastato e inconsolabile a covare vendetta e un assassino in libertà. 25 anni dopo, pensionato, Benjamín decide di colmare questo vuoto ritornando sulle tracce del caso. Il suo percorso riporterà alla luce un amore corrisposto e mai consumato con Irene, la nobile segretaria del Pubblico Ministero di cui era assistente ai tempi del caso irrisolto, sensi di colpa pesanti come macigni per la morte di un amico, ma soprattutto svelerà lentamente la vendetta messa in atto dal marito, intrappolato da 25 anni in una gabbia di dolore senza uscita **************************************************** "Gabbie" cortometraggio girato interamente a Perugia regia: Raffaella Covino fotografia e montaggio: Walter Ciurnella Attori: Pierre D'Ascia, Marta Covino, Filippo Blasi, Fausto Minciarelli, Pier Paolo Papini Papi, Emanuela Faraglia, Robert Parcus, Guido Perosino, Emanuela Filippelli, Marta Pellegrino, Mauro Naoleone, Elisabetta Rossi Il cortometraggio è costituito da tre storie. Ogni episodio rappresenta una gabbia psicologica, sociale e emotiva. Il primo racconta di un ricercatore universitario che, ormai quarantenne, vive la frustrazione quotidiana di un ambiente universitario che non premia il merito, ma privilegia il clientelismo. Il secondo descrive la difficile relazione di una coppia matura che non può più avere una vita sessuale soddisfacente. Il terzo episodio racconta gli stati d’animo - dall’attesa, allo sconforto, alla catarsi - di una donna che vive una relazione con un uomo sposato nel giorno del suo compleanno. www.ognifotogramma.it ************************************************ Popieluszko Un film di Rafal Wieczynski. Con Adam Biedrzycki, Zbigniew Zamachowski, Marek Frackowiak, Joanna Szczepkowska. Titolo originale Popieluszko. Wolnosc jest w nas. Storico, Ratings: Kids+13, durata 149 min. - Polonia 2009 La nascita della Repubblica Popolare di Polonia sancisce la fine dei movimenti di indipendenza del dopoguerra e l'instaurazione di un governo comunista. In una famiglia di contadini della Podlachia, la fede e la preghiera sono le uniche forme di resistenza personale al clima di repressione. In questa famiglia nasce Jerzy Popieluszko, fin da giovane animato da una forte vocazione religiosa e, durante gli anni del servizio militare, pronto alla dissidenza e alla ribellione pur di professare la libera espressione della sua fede. Divenuto sacerdote a Varsavia, per qualche anno Popieluszko è una delle figure minori nella sua chiesa, finché nel 1980 viene chiamato a celebrare la messa per gli operai delle fabbriche in sciopero. La sua devozione e il suo aperto appoggio alla causa operaia, lo rendono in poco tempo la figura spirituale di riferimento del sindacato autonomo di Solidarnosc e l'espressione di un'opposizione pacifista alle brutali reazioni del regime. Negli anni successivi, anche di fronte alla legge marziale, Popieluszko resta sempre al fianco dei lavoratori per ogni loro battaglia e ogni loro processo, tanto da attirare l'attenzione dei media e le violente minacce degli organi di stato. In linea di principio, ogni martire della violenza di stato dei totalitarismi novecenteschi merita una rappresentazione che possa riecheggiare nelle coscienze e nelle memorie sia di chi di quelle violenze è stato testimone, sia di chi ne ha solo sentito parlare. Questa linea, tuttavia, si irrigidisce impercettibilmente di fronte ad un progetto cinematografico, poiché non è facile impresa realizzare un'opera che risponda sia alle esigenze delle storia che a quelle dell'arte. Dopo il film di Agnieszka Holland Un prete da uccidere, che raccontava l'assassinio del cappellano dal punto di vista del mandante, la figura del prete di Solidarnosc trova centralità e grande forma nel biopic di Rafal Wieczynski, che cerca di rispondere ad entrambi i criteri proponendo una sontuosa ricostruzione storica molto attenta all'identità del parroco e ai rapporti fra i personaggi. Wieczynski dimostra di conoscere anche certi stilemi estetici del cinema contemporaneo, secondo cui la storia del Novecento è sempre più la storia dello sguardo dei media sul Novecento, per cui tende a sanzionare la propria veridicità storica mostrando sempre la presenza di fotografi e telecamere televisive negli eventi e dando enfasi ad una serie di passaggi dal documento alla ricostruzione senza soluzione di continuità. Valutati gli obiettivi storici, più dubbi si formano attorno alle sue finalità artistiche. Popieluszko sembra avere più difetti che pregi del tipico biopic d'antan: la cura per i dettagli e la forza di alcune interpretazioni non sopperiscono certe ingenuità congenite da film agiografico e un'evoluzione narrativa un po' rapsodica, costruita per tappe e per parabole. Ma soprattutto, a dispetto del calligrafismo e della magniloquenza della produzione, il film pare rinunciare in partenza a cercare di trasmettere quel senso di comunità suscitato dall'oratoria di Popieluszko. Nelle due ore e mezza di racconto, Wieczynski si concentra sui rapporti con alcuni degli operai di Solidarnosc e con le loro situazioni familiari e personali, mancando poi di allargare lo sguardo, di convertire il piccolo episodio in grande racconto. Caso anomalo per un biopic: Popieluszko è come se fosse un film di grande respiro ma dal fiato corto, dove il progetto e la forma ambiscono alla grandiosità e alla visione in campo lungo, mentre il racconto si ferma all'aneddotico, al piano americano. Condividi