di Daniele Bovi Poco dopo le 12, quando le campane avevano già suonato a morto per il Grifo, il “partito della D” mostrava il suo vero volto “cazziando” un giovane consigliere comunale del Pdl e impartendo brevi ma efficaci lezioni di opposizione. L’accusa è quella di aver fatto pochino pochino per evitare che il Grifo sprofondasse così in basso: “Ma voi – dice il 'partito della D' – ch’avete fatto fino ad oggi?”. “Ma che dovemo fà noi tifosi, pure l’opposizione?!”. E giù con tutta una serie di “consigli” sul come fare una opposizione seria ed efficace immediatamente recepiti in quanto, pochi minuti dopo la “cazziata”, esce una nota del Pdl che recepisce pari pari i sentimenti dei molti che stazionavano fuori dal palazzo delle Poste. A questo punto, vista l’efficacia della lezione impartita dal “partito della D”, urgerebbe veramente una rapida fondazione con tanto di tesseramento e congressi. Fosse capitato un anno esatto fa Sbrenna avrebbe vinto a mani basse. Di seguito la nota integrale. “Fino ad oggi abbiamo taciuto - dicono Emanuele Prisco e Leonardo Varasano - per senso di responsabilità e amore per la città e la squadra, per non alimentare polemiche che sarebbero potute apparire pretestuose o avrebbero potuto danneggiare le trattative in corso. Ora constatiamo con rabbia ed amarezza che si è lasciato scomparire un patrimonio sportivo nella sostanziale indifferenza politica ed economica di amministratori e imprenditori. Auspichiamo che i protagonisti politici di questa disfatta, a partire dal Sindaco Boccali, si assumano le responsabilità di quanto accaduto e chiariscano in Consiglio Comunale tutta questa brutta vicenda nelle dinamiche sviluppatesi da un anno a questa parte. Va ora ricostruita l’immagine, non solo sportiva, di una città che ormai da tempo sta perdendo prestigio e decoro a vantaggio di altre realtà Umbre divenute 'politicamente' più rilevanti. Ci auguriamo infine che dalla crisi del Perugia calcio nessuno tragga profitto: in qualunque categoria, il Curi dovrà rimanere il tempio sportivo dell’unica squadra della città. Perugia non ha bisogno di un suo Chievo, ma di amministratori ed imprenditori capaci, amanti della città e delle sue tradizioni, anche sportive". Condividi