PERUGIA - La corte d'assise d'appello di Perugia ha confermato la condanna a 15 anni di reclusione per Tiziana Deserto, la madre della piccola Maria Geusa, per l'accusa di concorso in omicidio e di violenza sessuale, con Giorgio Giorni, gia' condannato all'ergastolo in via definitiva. La corte ha invece assolto la donna dal reato di maltrattamenti. La Deserto non era presente in aula al momento della lettura della sentenza.
Come abbiamo detto la Corte d'assise di Perugia aveva condannato in primo grado Tiziana Deserto a 15 anni di carcere, 3 dei quali condonati, con l'accusa di concorso in omicidio, violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della figlia, che all'epoca dell'omicidio aveva 2 anni e 7 mesi. Nella sua requisitoria in appello, il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola aveva chiesto per lei la condanna a 19 anni, mentre la difesa, rappresentata dagli avvocati Gianni ed Eugenio Zaganelli, ne aveva chiesto l'assoluzione.
La madre della piccola, da parte sua, si e' sempre professata estranea ai fatti. "Con il cuore in mano vi chiedo di non condannare una persona innocente", ha detto la Deserto ai giudici della Corte d'assise di appello di Perugia facendo in aula una dichiarazione spontanea. Era il 5 aprile del 2004 quando la piccola Maria Geusa arrivo', in fin di vita, all'ospedale di Citta' di Castello. Il suo corpo presentava ecchimosi e profonde lesioni interne. La bimba fu operata d'urgenza ma, dopo essere rimasta in coma irreversibile per l'intera giornata, mori' nella tarda serata.
A portare la piccola in ospedale era stato lo stesso Giorgio Giorni, 32 anni amico di famiglia e allora datore di lavoro del padre della piccola, Massimo Geusa. Ai medici inizialmente racconto' che Maria, affidatagli dalla madre Tiziana Deserto nella prima mattinata, era caduta mentre giocava ai giardini pubblici. Le lesioni pero' apparsero subito incompatibili con le cadute e i medici sospettarono che la piccola fosse stata seviziata e violentata. Per il suo omicidio Giorni e' stato condannato all'ergastolo in primo e in secondo grado.
Secondo l'accusa, in particolare, la donna avrebbe consegnato in piu' occasioni la sua bambina al Giorni con la consapevolezza che quest'ultimo avrebbe commesso su di lei violenze fisiche e sessuali. Circostanza sempre negata dalla donna
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