E' attesta per domani la sentenza della Corte d'assise di appello di Perugia per Tiziana Deserto, la madre della piccola Maria Geusa, condannata in primo grado a 15 anni di carcere (tre dei quali condonati) con l'accusa di aver concorso con Giorgio Giorni, ex datore di lavoro del marito, nell'omicidio e nella violenza sessuale nei confronti della figlia. La Corte, dopo le repliche del procuratore generale Giancarlo Costagliola e dei legali della donna, Gianni e Eugenio Zaganelli, si ritirerà in camera di consiglio. La sentenza dovrebbe arrivare in giornata. Era il 5 aprile del 2004 quando la piccola Maria, 2 anni e sette mesi, arrivò, in fin di vita, all'ospedale di Città di Castello. Il suo corpo presentava ecchimosi e profonde lesioni interne. La bimba fu operata d'urgenza ma, dopo essere rimasta in coma irreversibile per l'intera giornata morì nella tarda serata. A portare la piccola in ospedale era stato lo stesso Giorgio Giorni, allora datore di lavoro del padre della piccola, Massimo Geusa. Ai medici inizialmente raccontò che la bambina, affidatagli dalla madre Tiziana Deserto nella prima mattinata, era caduta mentre giocava ai giardini pubblici. Le lesioni però apparsero subito incompatibili con le cadute e i medici sospettarono che la piccola fosse stata seviziata e violentata. Per il suo omicidio Giorni è stato condannato all'ergastolo in primo e in secondo grado. Secondo l'accusa, in particolare, la donna avrebbe consegnato in più occasioni la sua bambina al Giorni con la consapevolezza che quest'ultimo avrebbe commesso su di lei violenze fisiche e sessuali. Il Procuratore generale, al termine della sua requisitoria ha chiesto per la donna la condanna a 19 anni di carcere. L'assoluzione è stata invece chiesta dalla difesa della Deserto. Condividi