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PERUGIA - ''Il nostro calendario venatorio sembra fatto apposta per andare a caccia di guai'': lo dice Paolo Brutti, consigliere regionale dell'Italia dei valori, annunciando di aver presentato un'interrogazione sulle norme che regolano la caccia in Umbria e per chiedere che si torni a quelle antecedenti al 2007, con apertura alla prima domenica di settembre, sia per le specie stanziali che per quelle migranti. ''Si tratta di un problema serio - spiega Brutti in un comunicato della Regione - che riguarda il 6 per cento della popolazione adulta locale, ed e' illogico e pericoloso consentire a tutti i cacciatori, nello stesso momento e con la stessa tecnica, di insidiare la medesima specie. In questo modo si abbattono un numero eccessivo di esemplari e si crea una pressione pericolosa solo su determinate zone. Questo significa seri pericoli di sicurezza per gli stessi cacciatori, ovvi problemi con i residenti locali e incongruenti scompensi alle specie faunistiche''. Brutti chiede che si agisca secondo quanto prescritto dalla legge nazionale sulla caccia e che si torni alle norme antecedenti al 2007, con apertura alla prima domenica di settembre, sia per le specie stanziali che per quelle migranti, in modo da diversificare la pressione venatoria che, ''maldestramente concentrata, rischia di far estinguere tortore e colombacci, un tempo molto numerosi nei nostri cieli''. Brutti chiede infine ''che non si riproponga il criterio della doppia apertura, apparso chiaramente penalizzante rispetto a tutte le tipologie di attivita' venatoria, con un'inopportuna distribuzione temporale delle possibilita' di caccia e un approccio che tiene in scarsa considerazione la tutela di determinate specie''. Condividi