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PERUGIA - Il gup di Perugia decidera' entro domani se sottoporre all'esame della Corte costituzionale la questione relativa al segreto di Stato invocato dall'ex direttore del Sismi Nicolo' Pollari e dall'ex funzionario dello stesso servizio segreto Pio Pompa nel corso delle indagini sul presunto archivio riservato trovato a Roma negli uffici di via Nazionale. E' quanto scaturito dall'udienza preliminare di oggi nella quale i due imputati devono rispondere, tra l'altro, di peculato. Il gup Carla Giangamboni dovra' decidere se chiamare la Consulta a stabilire la sussistenza o meno del segreto di Stato opposto da Pollari e Pompa e confermato dal Governo. Se non dovesse farlo il procedimento proseguira' in un'udienza ancora da stabilire. La questione del segreto di Stato e' stata affrontata dopo l'ammissione delle parti civili nell'udienza preliminare. Il fascicolo e' approdato a Perugia perche' tra coloro che vengono ritenuti danneggiati dai reati contestati ci sono anche alcuni magistrati romani. Per Pollari e Pompa, il pm Sergio Sottani ha chiesto il rinvio a giudizio ipotizzando, tra l'altro, il peculato. In base alla ricostruzione accusatoria infatti risorse dell'organismo sarebbero state utilizzate per realizzare dossier su magistrati, giornalisti e politici, quindi a fini considerati non istituzionali. Oggi il magistrato ha contestato il ricorso al segreto di Stato da parte dei due ex funzionari. Pollari e Pompa hanno comunque sempre rivendicato la correttezza del loro operato. Nell'ambito del troncone d'indagine per il quale i due ex funzionari del Sismi sono stati prosciolti per la violazione della privacy, il solo Pio Pompa e' stato rinviato a giudizio per procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Un'accusa che gli e' stata mossa in relazione al possesso di materiale riguardante un procedimento milanese. Condividi