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PERUGIA - Un nome, ''relazione Maddalena'', e un lungo elenco di indicazioni sugli assetti societari del gruppo Anemone: viene considerato con molta attenzione dai magistrati perugini che indagano sulla cricca degli appalti l'ultimo file estratto da uno dei computer di Stefano Gazzani, il commercialista considerato il regista di ogni operazione finanziaria e societaria di Anemone. In vista dell'udienza per il commissariamento delle ditte dell'imprenditore, in programma mercoledi' salvo Anemone faccia arrivare ai magistrati quel segnale di disponibilita' a rispondere alle domande chiestogli nel corso dell'interrogatorio di ieri, i pm Sergio Sottani e Alessia Tavernesi si concentrano su quel documento, scritto dallo stesso Gazzani, nel quale il commercialista spiega come funziona la galassia di societa' che ruotano attorno all'imprenditore. ''Non gia' un gruppo societario costituito allo scopo di esercitare l'attivita' di una holding di partecipazione - si legge tra l'altro nella 'relazione Maddalena' -, ma un gruppo economico di imprese, senza nessuna forma di collegamento documentale fra di esse, ma coordinate e dirette dal medesimo soggetto giuridico, oltre che da consorzi attraverso i quali lo stesso estrinseca la propria attivita'''. La conferma, si fa notare in procura a Perugia, che le centinaia di operazioni bancarie e movimenti finanziari, in parte gia' rintracciate dagli inquirenti ma per la maggior parte ancora da identificare, sono riconducibili tutte allo stesso soggetto. Ed e' proprio questa sua conoscenza approfondita del gruppo il motivo per il quale al commercialista, che sara' nuovamente sentito, viene attribuito un ruolo di primaria importanza all'interno della cricca, alla stregua di quello di Angelo Zampolini. Gazzani, secondo i pm, e' colui che ''cura gli aspetti piu' fumosi e nevralgici del gruppo'' ed e' ''pienamente addentro gli affari del sodalizio, di cui rappresenta un caposaldo, essendo l'artefice di molte delle operazioni di compravendita, cessione, acquisizione di quote, passaggi di denaro e quant'altro tra i vari soggetti del gruppo''. Con l'obiettivo di ''frodare il fisco'' e di ''insabbiare gli illeciti rapporti sottostanti alla compagine''. E' chiaro dunque il perche' l'attenzione si sia concentrata sui 34 faldoni e sulle centinaia di file sequestrati, in cui ci sono elenchi di appalti, ristrutturazioni, consulenze, elenchi di clienti, contabilita'. Documenti importanti gli inquirenti sperano di trovarli anche in due cassette di sicurezza di una banca di San Marino, le cui chiavi sono state sequestrate al commercialista. Nella Repubblica, tra l'altro, Gazzani aveva accompagnato la madre di Claudio Rinaldi - il commissario per i mondiali di nuoto di Roma 2009 anche lui al centro dell'inchiesta - per un'operazione che questa doveva eseguire per conto di Anemone. Davanti ai magistrati il commercialista ha ammesso che si e' trattato di ''un versamento di denaro'', ma ha sostenuto di non essere entrato in banca: ''i soldi li portava la signora Giordano, non ho assistito all'operazione''. Versione che non ha convito per nulla gli inquirenti, secondo i quali, invece, sarebbe proprio Gazzani il regista dell'operazione San Marino, dove tra l'altro potrebbe essere occultata parte della 'cassa' in nero del gruppo. E la centralita' del ruolo di Gazzani viene confermata anche dalla filiale di via Romagna a Roma della Banca Marche, dove ci sono i conti del gruppo Anemone. In un'informativa inviata ai pm i funzionari scrivono che la Gazzani Communications srl e' una ''societa' di nuova acquisizione che fa capo ad Anemone Diego, anche se il capitale sociale risulta interamente sottoscritto da Stefano Gazzani''. Una societa', chiosano i pm, che dunque ''sembrerebbe costituita dalla famiglia Anemone all'unico scopo di far transitare denaro contante di dubbia provenienza, atteso che le uniche operazioni commerciali rilevate in contabilita' sono quelle riconducibili ai predetti movimenti finanziari' Condividi