PERUGIA - Dallo spoglio sistematico dei documenti amministrativi del Collegio Pio della Sapienza (Universita' degli studi di Perugia), condotto da Gianfranco Cialini, curatore del Fondo Antico dell'Universita', nell'ambito di un progetto voluto dal rettore, Francesco Bistoni, si scopre che un dipinto di grandi dimensioni, una Crocifissione, da sempre ritenuta a torto opera settecentesca, risale invece al XVI secolo ed e' da ascriversi all'artista aretino Valerio d'Agostino Olivieri. Il dipinto si trova nella parete retrostante l'altare maggiore della vecchia chiesa parrocchiale di Sant'Arcangelo di Magione, all'interno della badia, appartenuta al Collegio della Sapienza dal 1425 al 1984, anno in cui fu ceduta a privati, anche se con i vincoli apposti dal ministero per i Beni culturali. Tutto nasce da riflessioni di Cialini sul testo manoscritto della relazione del visitatore apostolico monsignor Paolo Della Rovere, il quale nel 1572 relazionava sull'edificio in questione disponendo, in particolare, di far ricoprire le parti pudende di un Cristo. Dopo una capillare ricerca d'archivio, Cialini ha trovato tra i documenti custoditi nell'ateneo umbro proprio le notizie che cercava: i pagamenti del 1571 per il pittore Valerio d'Agostino d'Arezzo sia per i colori, sia per il lavoro da lui prestato nella chiesa. Quanto ai pagamenti ''in natura'' si legge, tra l'altro, una notazione curiosa: il pittore preferisce il vino ''vecchio'' al ''nuovo'', che non e' di suo gradimento. L'affresco rappresenta Nostro Signore crocefisso tra l'Arcangelo Michele a sinistra e San Girolamo (patrono del Collegio della Sapienza) a destra con, in alto, la schiera angelica. Sicuramente nel corso dei secoli l'opera ha subito restauri e pesanti manomissioni. Di Valerio Olivieri, nato ad Arezzo nel 1549, morto a Perugia nel 1619, abbiamo non poche notizie biografiche: si sa che si stabili' giovanissimo a Perugia ottenendone la cittadinanza gia' nel 1572. Delle sue opere ricordate nei documenti non e' rimasto quasi nulla tranne un' Incoronazione della Vergine datata 1583 proveniente dal monastero benedettino dello Sperandio, ora nei depositi della Galleria nazionale dell'Umbria, e un affresco rappresentante un'altra Crocifissione, realizzata nel 1573, nell'ex chiesa di San Martino del Verzaro (Centro ecumenico universitario). Condividi