TERNI - Le micro web tv italiane si sono incontrate nelle giornate di ieri e di oggi al Centro Multimediale di Terni nell’ambito dell’iniziativa “Paese che vai - Academy”, organizzata col supporto di Ipazia Promos onlus e Vivavoce ed appoggiato da Current e Nòva24, in collaborazione con il Comune di Terni.
I rappresentanti delle micro web tv italiane hanno dialogato con professionisti ed esperti di giornalismo e nuovi media, interrogandosi su come accendere e gestire una micro web tv. L'incontro è lo spin off del meeting ”Paese che vai”, appuntamento che da tre anni permette ai canali realizzati da cittadini videomaker un confronto all'Università IULM di Milano. Tra i relatori che hanno partecipato ai lavori Tommaso Tessarolo e il team di “Senza Censura” (Current), Luca Conti (blogger collaboratore di Nòva24), Guido Scorza (esperto di diritto in rete), Angolino Lonardi (vice-direttore TG2 e autore de “La Nuova Televisione”, Guarnieri 2010), Carlo Alberto Pratesi (Università Roma Tre, autore con Nardello de “Il marketing televisivo”, Sole24Ore 2010) e Irene Pivetti (Presidente Associazione IPTV). Il workshop è ideato dall'osservatorio inter-universitario sulle micro web tv e sui media iperlocali Altratv.tv (
www.altratv.tv) e dalla federazione delle micro web tv FEMI (
www.femitv.tv).
“Nonostante le difficoltà date dallo scarso impegno economico per l’implementazione della banda larga che vede il nostro Paese al quattordicesimo posto in Europa - ha detto nel suo intervento il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo - questi canali hanno dato vita ad una significativa esperienza di cittadinanza attiva e di democrazia partecipativa. Ritengo che ora sia arrivato il momento di passare da una fase pionieristica ad una più strutturata e Terni ha voluto dare il suo contributo ospitando questo workshop”.
“Il problema della televisione italiana di oggi – afferma Tommaso Tessarolo, direttore programmi Current – è la mancanza di sperimentazione. Le micro web tv hanno la possibilità di colmare questo vuoto sperimentando nuovi formati, nuovi linguaggi, intercettando quel pubblico deluso dalla generalista. Mancare questa opportunità riproducendo i modelli della tv tradizionale sarebbe un grave errore”.
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