Omicidio colposo: è l'accusa rivolta dalla procura dell'Aquila ai membri della Commissione Grandi rischi che il 31 marzo scorso, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L'Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. Tra gli indagati, nove persone in tutto, ci sarebbero alcuni funzionari ai vertici del Dipartimento della Protezione Civile e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Gli ufficiali di polizia giudiziaria stanno notificando in queste ore gli avvisi di garanzia.
La procura della Repubblica dell'Aquila ha inviato agli indagati l'avviso di conclusione delle indagini. Gli accertamenti sono scattati subito dopo l'esposto di diversi cittadini che hanno chiesto alla Procura di verificare il lavoro della commissione che, nella riunione del 31 marzo, analizzò la sequenza di scosse sismiche che da mesi colpiva L'Aquila. Lo stesso procuratore della Procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini ha confermato la chiusura delle indagini, senza però rendere noto il numero degli indagati. Ma secondo quanto si è appreso il numero sarebbe di nove persone, tra cui funzionari della Protezione Civile e dell'Ingv.
COSA DICE IL DOSSIER DELLA POLIZIA CHE STA ALLA BASE DELLE INDAGINI (da Repubblica)
Dossier della Polizia accusa: omicidio colposo
di GIUSEPPE CAPORALE
L'AQUILA - C'è un'informativa giudiziaria - riservata - redatta della Polizia dell'Aquila che accusa i vertici della Protezione Civile di omicidio colposo. Omicidio colposo per non aver dato l'allarme alla popolazione aquilana prima della scossa fatale del 6 aprile scorso. Nonostante uno sciame sismico - in corso da quattro mesi e con oltre quattrocento scosse - giustificasse quanto meno la dichiarazione di "stato d'allerta", se non l'evacuazione (come invece avvenuto in Garfagnana nel 1985). Una "negligenza fatale" secondo gli investigatori. Ora il rapporto dettagliato (con documenti scientifici, interrogatori e perizie) è stato inserito nel fascicolo di indagine della Procura dell'Aquila sul "mancato allarme" nei giorni precedenti la tragedia e si trova sul tavolo del sostituto procuratore Fabio Picuti.
Un documento "delicato", spiegano da Palazzo di Giustizia, in quanto arrivato sul tavolo del magistrato che conduce l'indagine pochi giorni prima dell'anniversario del sisma. Il timore è che iniziative giudiziarie immediate possano turbare la fiaccolata commemorativa prevista in città per la notte tra domani e martedì. Ma non è escluso che la Procura entro qualche giorno assuma iniziative. Allegati al dossier della Polizia ci sono anche gli interrogatori al vice capo della Protezione Civile Bernardo De Berardinis, al presidente vicario della "Commissione Grandi Rischi" della Protezione Civile Franco Barberi, al presidente dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia Enzo Boschi, al direttore dell'ufficio rischio sismico della Protezione Civile Mauro Dolce, al direttore del Centro Nazionale Terremoti Giulio Selvaggi e altri tre funzionari della Protezione Civile dell'ufficio gestioni emergenza e servizio comunicazione.
Furono loro a partecipare alla riunione straordinaria tenuta dalla commissione grandi rischi della Protezione Civile il 31 marzo, chiudendo la seduta senza prendere decisioni rispetto "all'emergenza terremoto in atto già prima della tragedia". Nonostante un dossier dell'Ingv sulla gravità dello sciame sismico, diversi studi scientifici (tra questi documenti uno studio del Cnr, in cui si stimava molto alto il rischio di un terremoto devastante a L'Aquila) e perizie geologiche. Quella riunione durò meno di sessanta minuti. Al termine, proprio De Berardinis tenne una conferenza stampa: "La comunità scientifica conferma che non c'è pericolo, perché c'è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole". Pochi giorni dopo il disastro.
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