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MILANO - L'imprenditore ed editore del quotidiano Il Giornale, Paolo Berlusconi, è indagato dalla Procura di Milano per ricettazione dell'intercettazione segreta del luglio 2005 tra gli allora presidente di Unipol, Giovanni Consorte, e il segretario dei Ds, Piero Fassino (che gli disse "abbiamo una banca"). Lo riporta il Corriere della Sera. L'intercettazione fu pubblicata dal quotidiano il 31 dicembre 2005 quando non era ancora depositata agli atti, né trascritta o riassunta, ma esisteva come file audio solo nei computer dei pm, degli ufficiali della Guardia di Finanza e dell'azienda privata Research control system (Rcs) che per conto della Procura svolgeva le intercettazioni. Sempre nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla vicenda del nastro, Paolo Berlusconi è già indagato per millantato credito. Stando alle indagini e alle testimonianze acquisite, Roberto Raffaelli, all'epoca dei fatti titolare della Research control system (società che si occupava delle intercettazioni per conto della Procura) e Fabrizio Favata, imprenditore amico di Raffaelli, si sarebbero presentati, il 24 dicembre 2005, ad Arcore, ricevuti dal premier Silvio Berlusconi e dal fratello Paolo, per consegnare la famosa intercettazione. Stando all'ipotesi di reato (ricettazione), l'editore de 'Il Giornale' avrebbe avuto la consapevolezza della provenienza illecita dell'intercettazione consegnata, che venne poi pubblicata pochi giorni dopo dal quotidiano. Favata, inoltre, avrebbe raccontato agli inquirenti che il nastro l'aveva già portato nella sede milanese del quotidiano alcune settimane prima dell'incontro ad Arcore, facendolo ascoltare a Paolo Berlusconi e poi portandoselo via. Paolo Berlusconi è indagato anche per millantato credito perché, secondo l'accusa, avrebbe ricevuto circa 560 mila euro da Favata, per conto di Raffaelli (indagato per accesso abusivo al sistema telematico della Procura e rivelazione di segreto d'ufficio), dicendo che si sarebbe attivato per favorire gli interessi dell'azienda di Raffaelli in Romania. Nell'ambito dell'inchiesta, nei giorni scorsi, è stato arrestato Favata per estorsione perché, secondo l'accusa, avrebbe ricattato Raffaelli, intascando 300 mila euro, minacciando di riferire alla stampa e agli inquirenti la vicenda della fuga di notizie relativa all'intercettazione. Ieri il gip di Milano Bruno Giordano ha respinto l'istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa dell'imprenditore. Condividi