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“La messa all’asta delle frequenze televisive liberate dal passaggio al digitale libererebbe risorse che impedirebbero manovre finanziarie ‘lacrime e sangue’”. È quanto afferma l’assessore alle Infrastrutture tecnologiche della Regione Umbria Stefano Vinti. “Il governo Berlusconi – dice - si appresta a colpire il Paese con una manovra finanziaria che si abbatte in particolare sulle Regioni, sugli enti locali, sui dipendenti pubblici. Ma il modo per reperire risorse aggiuntive ci sarebbe, seguendo l’esempio degli altri Paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito. Solo che bisognerebbe colpire interessi troppo forti, e troppo prossimi all’esecutivo, quali quelli del gruppo Mediaset”. “Entro la fine dell’anno – ricorda l’assessore regionale - per 23 milioni di italiani sarà completato il pieno passaggio al digitale terrestre e per la fine del 2011 si potrebbe raggiungere il cosiddetto ‘switch off’, cioè l’intero passaggio delle trasmissioni al digitale terrestre. Si liberebbero così le frequenze della vecchia televisione analogica. In Germania – prosegue Vinti - il passaggio al digitale ha comportato per lo Stato un guadagno di oltre 4 miliardi di euro, in quanto il governo tedesco ha venduto all’asta le frequenze liberate alle compagnie telefoniche (Vodafone, T-Mobile, E-Plus e Telefonica)”. “In Italia, invece – rileva Vinti - le frequenze vengono regalate senza gara o asta. Le frequenze liberate con lo spegnimento della tv analogica sono 25 per le reti nazionali, di cui 5 da destinare ad editori nazionali in parte nuovi, rispetto ai vecchi operatori Rai e Mediaset. Altre andranno, senza gara o asta, alle oltre 600 tv locali. Una scelta – conclude l’assessore regionale - che significa privilegiare interessi consolidati piuttosto che reperire risorse per il bene del Paese”. Condividi