GENOVA - Nel mirino della procura di Perugia ci sarebbero i lussuosi arredi della villetta di Mulinetti, a Recco, che l'ex procuratore per i lavori pubblici della Liguria (e per un certo periodo anche della Lombardia) Walter Lupi, 54 anni, secondo la procura di Genova avrebbe fatto ristrutturare con soldi pubblici. Lupi, secondo quanto anticipa stamani il quotidiano genovese "Il Secolo XIX", è stato convocato dal pm Sergio Sottani nell'ambito dell'inchiesta "Grandi eventi".
Il suo nome compare nella "Lista Anemone" così come quello di Alberto Micarelli, 44 anni, l'imprenditore edile che effettuò i lavori di ritrutturazione del villino oggetto dell'indagine genovese e per cui si è recentemente celebrata la prima udienza. Nello stesso procedimento sono coimputati l'ex capo della Forestale di Genova Antonino Mommo, 61 anni, ed il commerciante di mobili Franco Bisso, 54 anni. In estrema sintesi, secondo l'accusa, Mommo chiese ed ottenne di realizzare una nuova sede per la Forestale nel villino di Mulinetti, un piccolo edificio in luogo a strapiombo sul mare della riviera ligure di Levante, disposto su due piani.
Il provveditorato ai lavori pubblici ebbe incarico di ristrutturarlo. In corso d'opera Mommo "rinunciò" ad uno dei due piani per gli uffici della Forestale ed il piano terreno divenne l'abitazione di Walter Lupi. Tuttavia i locali erano stati finemente ristrutturati e arredati con mobilia su misura realizzata da mobilieri raffinati e maestri d'ascia, lavori che sarebbero stati fatti proprio con soldi pubblici per mano dell'impresa Micarelli. Secondo Mazzeo c'era dunque un piano preordinato tra Mommo e Lupi affinché quest'ultimo ottenesse di abitare a spese pubbliche in un luogo incantevole, rinunciando all'appartamento che gli era stato assegnato nel quartiere della Foce, a Genova.
In fase istruttoria il pm Mazzeo non riuscì mai a chiarire da dove provenissero i materiali utilizzati per la ristrutturazione del villino di Mulinetti. Micarelli, che nel frattempo vinse vari altri appalti pubblici in Liguria, ristrutturando la caserma dei pompieri di Savona, facendo dei lavori nel comando regionale dell'Arma dei carabinieri, con sede a Genova Sturla, e ristrutturando anche la questura di Sturla. La sua impresa edile, inizialmente un'impresa artigiana, divenne in breve un Spa. Alberto Micarelli a specifica domanda rispose che il parquet, le porte di legni pregiati, i marmi e persino la vasca a idromassaggio installata in bagno erano avanzi di magazzino. Le indagini per verificare le sue parole condussero in un vicolo cieco.
Sembra ora che la procura di Perugia intenda chiarire questo vuoto del lavoro dei colleghi genovesi. Nella "Lista Anemone" vi è una nota nella quale si legge "Genova Micarelli", un'altra nella quale si legge "Recco finestre e lavoraz varie falegnameria", un'altra in cui si legge "Lupi Porta Cavallo" in riferimento all'anno 2004 in cui in effetti furono fatti i lavori di ristrutturazione della villetta di "recchelina" e ancora "(2003-89) Lupi" in riferimento al 2003.
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