di Daniele Bovi
Da quaranta i dirigenti comunali devono scendere a 32 e costare il 20 per cento in meno per quanto riguarda il salario accessorio: un gruzzolo di euro da destinare poi agli altri 1300 dipendenti del Comune. Il tutto da realizzare nel giro dei prossimi quattro anni. Sono i punti salienti della mozione sulla riorganizzazione del personale (in attuazione della riforma Brunetta) che i capigruppo dell’opposizione di centrodestra (Sbrenna, Bellezza, Cozzari e Valentino) discuteranno questa mattina insieme alla maggioranza durante la seduta della commissione Bilancio. Seduta durante la quale interverranno l’assessore al Personale Ciccone e il dirigente Ciccarelli.
Nella mozione i capigruppo sottolineano come ormai sia “ineludibile il contenimento dei costi di gestione dell’Amministrazione Comunale”. Su scala nazionale, dice sempre il centrodestra, l’aumento darebbe del 5 per cento su base annua. Da qui la richiesta di “un’inversione di tendenza” che si articola in sette punti. Oltre ai due citati in apertura, il centrodestra chiede il riallineamento delle posizioni organizzative (“con particolare attenzione alla prioritaria opportunità di surroga delle posizioni dirigenziali dismesse”), il riaccorpamento degli uffici in base alle funzioni e alle materie, l’eliminazione degli incarichi doppi o ad interim, la “progressiva eliminazione degli incarichi dirigenziali a dipendenti posti in aspettativa” e una modifica del regolamento del personale che recepisca alcune novità della riforma Brunetta.
Il tema, visto che si parla di soldi e postazioni, è di quelli che scottano. A prescindere dalle singole proposte presenti nella mozione, sulle quali si potrebbe accendere lo scontro, la maggioranza e la giunta sembrano andare nella direzione auspicata anche dal centrodestra, ossia quella di una riduzione del numero degli apicali. Nell’ ultimo biennio (dal 1 gennaio 2008 al 1 gennaio 2010) i dirigenti in forze al Comune sono passati da 43 a 40, mentre a breve sono previsti altri due pensionamenti. In una riunione di giunta del febbraio scorso era stato detto che il nuovo assetto organizzativo, nel rispetto delle professionalità e del merito, “deve privilegiare criteri di economicità e nello stesso tempo di efficacia di gestione. La riorganizzazione è un mezzo, non un fine, e per perseguire tale obbiettivo si deve ragionare in termini di efficienza operativa”. Stamattina la discussione.
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