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ROMA – Una manovra iniqua e squilibrata. Il giudizio della Cgil e delle Regioni è netto e senza appello. Necessario correggerla in senso radicale. Anche Cisl e Uil, nella conferenza stampa subito dopo l’incontro con il Governo, assente Epifani («aveva fretta» lo ha giustificato Bonanni), si sono detti del tutto contrari ad una manovra che sostanzialmente non tocca i ricchi ma soltanto la grande platea di coloro che contribuiscono a fornire già l’80% del gettito fiscale. Il leader della Cisl è stato colui che maggiormente si è battuto con Tremonti perché fossero ripristinate le misure a suo tempo varate da Vincenzo Visco sulla tracciabilità dei pagamenti. «Noi vorremmo che la soglia al di sopra della quale scatta il divieto di pagamenti in contanti non superi i 3000 euro» ha detto Bonanni. Su questa particolare disposizione perderanno la faccia sia Berlusconi, sia Tremonti, visto che la calarono, come un poker d’assi, durante la campagna elettorale della primavera del 2008 per convincere gli italiani interessati ad evadere il fisco che loro “non avrebbero messo le mani nelle tasche degli italiani”. Vasco Errani (Regioni): “Così proprio non va” «Considero la manovra per le Regioni insostenibile per le ricadute, prima di tutto per i servizi che dobbiamo dare ai cittadini, comunque apriremo un confronto giovedì all'interno della Conferenza dei presidenti» ha precisato Vasco Errani (Pd), governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni. Ma anche le Regioni dove governa il centro-destra sono molti critiche nei confronti della manovra economica. Anche Giuseppe Scopelliti, anche se con toni molto cauti, si mostra perplesso: «Dobbiamo avere alcuni dettagli; avvieremo confronto nelle prossime ore con le altre Regioni - ha spiegato - ci sono gli elementi per fare una controproposta. La situazione è difficile; prevalentemente si tratta di tagli ma verificheremo meglio nei prossimi giorni, quando avremo più numeri e cifre». La maggior parte dei governatori sono intenzionati a fare una controproposta al Governo. Le cifre in ballo sono notevoli. Tremonti ha parlato di tagli per 10 miliardi in due anni, equamente divisi fra 2010 e 2011. Epifani (Cgil): “Manovra iniqua” Guglielmo Epifani giudica molto criticamente il contenuto della manovra, caratterizzata da «una forte iniquità sociale, in cui il grosso dei sacrifici è sulle spalle dei lavoratori pubblici, ma anche privati e senza alcuna misura di sostegno a occupazione e investimenti». Epifani ha aggiunto che «chi ha un reddito di un milione l'anno non viene toccato, chi invece guadagna poco più di mille euro non potrà andare in pensione. Questo dà il segno dell'iniquità di questa manovra». Infine, il segretario della Cgil ha ricordato che «il Governo aveva detto che eravamo in una situazione di tranquillità e non era vero». Epifani ha convocato una conferenza stampa per domani alle 17,30 durante la quale esaminerà il contenuto della manovra economica. Le altre reazioni I finiani dichiarano di voler attendere il contenuto esatto del provvedimento messo a punto da Tremonti per poterlo giudicare. Carmelo Briguglio, vicepresidente del Pdl e uomo molto vicino al presidente della Camera Gianfranco Fini esprime la necessità che il Governo illustri «la manovra economica ai parlamentari i quali, in nome e per conto del governo, dovranno a loro volta metterci la faccia e spiegarla a famiglie e imprese». Giorgio Cremaschi, leader della sinistra Cgil, spiega che «l'attacco è prima di tutto nel salario dei lavoratori, che parte dai dipendenti pubblici e arriva a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato». Per Catiuscia Marini, governatore appena eletto dell’Umbria, «questa manovra cela una inefficace politica economica del governo italiano che tenta ora di scaricare i costi di una inefficiente gestione dell'economia nazionale soprattutto sulle Regioni». Sarcastico il commento di Enrico Rossi, governatore della Toscana: «Non avevano detto che era tutto risolto? Evidentemente non era così. Chi era pessimista era soltanto realista, chi era ottimista, invece, prendeva in giro gli italiani». Secondo Pierluigi Bersani, segretario del Pd, «la favola è finita, ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, che era tutto a posto, invece non è vero niente. E la Grecia non c'entra nulla; è un problema nostro e non vedo riforme, non vedo niente». Anche molti rappresentanti di associazioni imprenditoriali e di categoria si mostrano molto critici sul contenuto del provvedimento. Secondo Giuseppe Politi, segretario della Cia (“Confederazione italiana agricoltori”) «la manovra contiene solo di tagli pesanti e indiscriminati, di nuove imposte e assolutamente priva di una strategia di rilancio dell'economia e del sistema imprenditoriale». Fino ad ora, gli unici a difendere il provvedimento sono gli esponenti della maggioranza. Condividi