L’approvazione del decreto riguardante il federalismo demaniale e le misure che sono contenute nella manovra finanziaria che il governo Berlusconi sta definendo illustrano bene quale sia la filosofia di fondo del federalismo fiscale proposto dall’asse Berlusconi-Bossi: un ulteriore passo indietro dello Stato a favore dei privati e quindi una privatizzazione del patrimonio pubblico e la rottura del sistema solidaristico che garantiva l’unità del Paese, nel soddisfacimento dei livelli essenziali di garanzia dei diritti civili e sociali, con l’obiettivo di lasciare libero ogni territorio nella gestione delle proprie risorse.
Il federalismo demaniale nasconde, dietro alla logica dell’enfatizzazione del ruolo delle autonomie locali e della valorizzazione di risorse e riduzione della spesa, una operazione molto preoccupante, cioè una gigantesca spartizione di beni pubblici che possono divenire alienabili e collocati sul mercato, determinando una immensa opera di privatizzazione del bene pubblico.
L’elemento più preoccupante è che il processo di svendita del demanio pubblico e la messa in crisi di un’idea unitaria di sviluppo del Paese avvengano senza incontrare contrasti, anzi con l’assenso dell’opposizione parlamentare: il federalismo demaniale ha visto il voto favorevole dell’Italia dei Valori e l’astensione del Partito democratico.
Occorre che la Sinistra organizzi nella società una forte mobilitazione contro il federalismo egoista targato Lega-Pdl che crea una forte sperequazione territoriale, una riduzione del pubblico a vantaggio del privato e la messa in discussione del principio dell’universalità dei diritti. Rifondazione comunista dell’Umbria contrasterà nel nostro territorio i tentativi di svendita del demanio che passerà agli enti locali (dalle sorgenti ai fiumi, dai laghi alle foreste, dagli immobili alle strade) e si adopererà perché le Regioni dell’Italia Mediana programmino e attivino politiche tali da contrastare l’idea egoistica della territorialità della territorialità della gestione delle risorse e garantire l’universalità dei diritti sociali e civili delle persone.
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