PERUGIA - La recente indagine della magistratura che ha portato alla denuncia di un medico ginecologo, di una ostetrica e di un dipendente della Asl 2, indagine di cui, con rispetto verso l'autorità giudiziaria, attendiamo gli esiti e lo sviluppo, ha tuttavia messo in luce la necessità della verifica dell'applicazione della legge 194 nella nostra regione: questo il parere espresso in una nota di stampa da Vamda Scarpelli per conto della RFp Cgil Umbria che si rifà ai fati forniti dalla Regione secondo i queki ben il 74% dei ginecologi che operano nelle strutture umbre sono obiettori, così come molto alta è la percentuale di ostetriche obiettrici.
"Le esperienze di prevenzione e di informazione relative alla sfera delle questioni sessuali rivolte alla popolazione giovanile (consultori scolastici) - considera Scarpelli - vengono ormai portate avanti grazie alla buona volontà delle/gli operatori/trici senza che vi sia una specifica definizione di progetti né un'adeguata valorizzazione di questa attività con specifiche azioni".
Per la sindacalista è perciò necessario riaprire una discussione e una verifica sulla reale applicazione della legge 194 nella nostra regione, sullo stato di salute e sugli strumenti di prevenzione collegati a tale legge (come ad esempio i consultori), nonché sulla necessità di implementare forme di informazione e comunicazione per la prevenzione verso la popolazione migrante, mettendo in campo le necessarie azioni di "aggiustamento" perché davvero sia riconosciuto il diritto e la libertà ad ogni donna di decidere autonomamente.
I tagli previsti dalla manovra in gestazione - spiega Scarpelli - colpiranno anche la nostra regione e anche nel settore della sanità dovremo affrontare una diminuzione di risorse, è necessario quindi da subito affrontare le criticità, agire con una politica di razionalizzazione e di riqualificazione affrontando con coraggio scelte e definendo priorità.
"Chiediamo - è quindi la sua richiesta - che si apra subito all'interno del tavolo generale di confronto sulla sanità richiesto dalle organizzazioni sindacali all'Assessore Riommi uno specifico momento di verifica e la definizione di congrue proposte rispetto a questa problematica che non può più a lungo essere disattesa".
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