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ROMA - Fra il 2008 e il 2009, il numero di esportatori ha subito una flessione del 3,3 per cento (pari a circa 4.500 unita'), generalizzata per tutte le classi di valore delle vendite sui mercati esteri. Il peso relativo ai microesportatori passa dal 53,2 al 54,6 per cento, mentre quello degli operatori che esportano piu' di 50 milioni di euro, dallo 0,8 allo 0,6 per cento, con una consistente riduzione delle esportazioni per questi ultimi (meno 27,4 per cento). Dei circa 138 mila operatori attivi nel 2008, poco piu' del 25 per cento registra, nel 2009, un incremento delle vendite all'estero. Il peso delle esportazioni attivate da tali operatori sul totale delle vendite all'estero passa dal 16 al 30 per cento. Molti esportatori (piu' di 140 mila, pari a poco piu' del 74 per cento) sono presenti in un numero limitato di mercati di sbocco (da 1 a 5 paesi), mostrando una scarsa capacita' di diversificazione geografica e una conseguente forte dipendenza commerciale da specifici mercati. In particolare, poco meno del 44 per cento degli operatori dirige le proprie esportazioni verso un solo mercato di sbocco, poco meno del 14 per cento vende in due soli paesi esteri, mentre il 16,6 per cento destina le proprie esportazioni verso un numero di mercati compreso fra 3 e 5. Una quota pari al 10,4 per cento realizza un significativo grado di diversificazione geografica, destinando i propri prodotti verso un numero di mercati compreso fra 6 e 10. Ampie capacita' di diversificazione geografica sono realizzate dal 10,3 per cento degli operatori, che raggiungono con le proprie vendite un numero di paesi compreso fra 11 e 25. Infine, il 5 per cento degli esportatori attua un livello di diversificazione geografica estremamente elevato dirigendo i propri prodotti su oltre 25 mercati, attivando piu' del 62 per cento del totale delle esportazioni nazionali. Condividi