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di Daniele Bovi “E’ arrivato il momento di uscire allo scoperto”. Donato Di Campli, legale della cordata Pieroni, è l’uomo che ha curato i cosiddetti “fallimenti in corsa” di Pescara e Lanciano. Due squadre che, nonostante il fallimento, sono riuscite a salvare il titolo sportivo e a ripartire dalla serie C. Ora che la corsa del Perugia di Covarelli è finita Di Campli rappresenta per molti la speranza, nell’attesa di capire chi c’è dietro Ermanno Pieroni, di ripartire dalla serie C evitando la palude dei campionati dilettantistici. “Tra oggi e domani – dice Di Campli ad Umbrialeft – abbiamo un paio di riunioni e credo, ma ancora aspettiamo la conferma, che durante la giornata di lunedì ci incontreremo con il sindaco della città Boccali”. Durante la conferenza stampa del 3 maggio scorso infatti la cordata Pieroni aveva fatto capire che un minuto dopo il fallimento avrebbe percorso le scale di palazzo dei Priori per presentare uomini e progetti. Di quella promessa Umbrialeft ha chiesto conto a Di Campli. “I contatti – continua Di Campli – li abbiamo già presi. Ora aspettiamo la conferma dell’appuntamento”. La domanda che assilla tutti attiene ai tempi, strettissimi, che separano il Perugia dalla deadline del 28 giugno, termine ultimo per l’iscrizione al campionato. “Le cose da fare – dice Di Campli – sono tantissime: i prossimi passaggi sono la costituzione della società, la richiesta di affiliazione, l’acquisizione del titolo all’asta, poi bisogna ottemperare a tutti gli obblighi, attendere i controlli della Covisoc e la delibera del presidente federale”. Un’altra promessa fatta dai Pieroni boys riguardava il pagamento di tutti gli stipendi a coloro che in questi mesi non hanno visto il becco di un quattrino. “Ritengo che pagare tutti coloro che non hanno visto una lira – dice di Campli – sia una cosa normale. Pagare solo i giocatori non sarebbe giusto. Cercheremo di salvaguardare tutti i dipendenti della società che non hanno visto un centesimo”. La decisione presa dal tribunale fallimentare non ha colto di sorpresa Di Campli che aveva più volte sostenuto che tutto quello che è successo nel corso degli ultimi giorni fosse “un film già visto: mi lasci dire che a Perugia c’è un giudice illuminato. Da quanto so sono stati dati venti giorni per fare l’asta. Ora bisogna mettersi al lavoro. Ciò che mi affascina del Perugia è il suo blasone. In questa città io non voglio fare brutte figure”. Ancora pochi giorni e le carte andranno messe sul tavolo del sindaco. Condividi