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di Daniele Bovi Zero tituli. Durante l’udienza di oggi servivano soldi per pagare i creditori del Perugia Calcio e invece è arrivato un preliminare di vendita sul quale le parti in causa hanno ravvisato “forti profili di dubbio”. Tradotto dal linguaggio giuridico, il sospetto che si tratti di un’altra patacca è forte. Il giudice Umberto Rana infatti dopo un’udienza terminata intorno alle 13 ha deciso di passare la palla al collegio del tribunale fallimentare che si esprimerà presumibilmente in pochissimo tempo. Forse entro 24-48 ore. Il fallimento al momento è l’ipotesi più accreditata. La “cessione” del Perugia annunciata ieri sera intorno alle 23 dal patron Covarelli non ha quindi convinto Rana. In aula, come detto, è arrivato solo un preliminare di vendita: l’avvocato Rossi, che stamattina avrebbe dovuto rappresentare i nuovi “compratori”, ha mandato un fax intorno alle 11.30 in cui comunicava che non avrebbe potuto partecipare all’udienza. Inevitabilmente quindi è stata rigettata la richiesta dei legali del Perugia di un ulteriore rinvio al 25 maggio, chiesto allo scopo di poter definire l’acquisto sia della Mas che del Perugia da parte della fantomatica Osj Knights of Malta Foundation su cui torneremo più tardi. I legali di Perugia e Mas, da parte loro, hanno annunciato che tutti i chiarimenti potrebbero arrivare nella giornata di domani. E mentre da piazza Matteotti salivano i cori del centinaio di tifosi arrivati lì a presidiare il tribunale, sulla scrivania del giudice Rana planavano sei istanze di fallimento: dentro ci sono due procuratori di giocatori, i 22mila euro di una farmacia di Ellera, i 5mila per l’affitto di un appartamento in cui ha abitato il giocatore Ferrari e i 19mila chiesti dalla Digital Point per la cartellonistica dello stadio. In più c’è anche l’istanza della Procura della Repubblica di Perugia dopo la denuncia di presunte irregolarità fatta dal collegio dei sindaci del Perugia Calcio. Fatto sta che nessun creditore è stato soddisfatto e nessuna cessione di quote ha avuto luogo. Di fronte a Rana infatti è solo apparso un preliminare di vendita con cui la O.S.J. Knights of Malta Foundation mette sul piatto 13 milioni di euro per rilevare entro 30 giorni a partire da ieri la totalità della Mas (l’immobiliare di Covarelli che detiene il 100 per cento delle quote della società sportiva) e del Perugia Calcio. Un preliminare sul quale si sono appuntate le critiche di tutte le parti in causa a partire dalla mancanza della procura speciale, ossia dell’atto con cui si dà mandato ad una persona (in questo caso all’avvocato Rossi) di compiere un atto giuridico. Una mancanza non da poco. L’avvocato Pauselli poi, che ha potuto osservare il preliminare come i suoi colleghi solo questa mattina, ha fatto poi notare la mancanza di una penale e di una caparra. L’udienza di fronte a Rana si è surriscaldata quando gli avvocati degli istanti hanno chiesto agli “acquirenti”come gesto di buona volontà di mettere sul piatto quei 200mila euro che sarebbero bastati per soddisfare i loro clienti. “In fondo – hanno detto gli avvocati – se siete disposti a spendere 13 milioni che saranno mai 200mila euro”. E invece nisba. Rana, irrigidendosi, ha fatto notare la complessità della situazione e la necessità di affrontarla in maniera globale. Il segnale è chiaro: trovate i soldi in tempi stretti. Ovviamente, e non poteva essere altrimenti in questa storia fatta di tante chiacchiere, tanti fantasmi, e zero liquidità, non si conosce l’identità dei presunti acquirenti. Le voci parlano di due avvocati pronti ad un maxi affare immobiliare che miri a rilevare la Mas e il Perugia. IL CAVALIERE OFFSHORE A Bumble Bee Lane, nel verde della campagna inglese, in questa stradina con sette o otto costruzioni in tutto tra bad & breakfast e rivenditori di fiori e piante, avrebbe sede la O.S.J. Knights of Malta Foundation. In teoria una associazione affiliata all’ordine dei cavalieri di Malta, in pratica una società di diritto inglese (con tutto quelle che ne deriva in termini di vantaggi fiscali e garanzia di anonimato) piazzato nel centro del nulla della campagna inglese. Secondo vari siti che si occupano di business information la società risulta attiva e creata il 14 novembre 2003. Un'altra Barlcaps&Partners? No, è anche meglio. Dai dati registrati nella Companies House infatti la società in questione ha una forma tale (limited by guarantee dicono gli inglesi) per cui non c’è capitale sociale e non ci sono quindi azionisti ma solo garanti. Garanti che si impegnano a contribuire con un importo minimo (in genere una sterlina) e solo in caso di liquidazione della società. Di solito questa forma societaria viene usata per chi vuole fare non-profit. I compratori del Grifo quindi avrebbero intenzioni caritatevoli. Questo tipo di società infatti, che va per la maggiore sui siti che consigliano i metodi migliori per fare un po’ di offshore, viene usato per scuole, club, chiese e vari luoghi di culto, associazioni di ricerca o, guarda caso, anche per possedere proprietà immobiliari. Siti come Incorporateco.uk, ad esempio, garantiscono la registrazione nel giro di 6-8 ore. Qualche ora in meno rispetto a quella che probabilmente servirà al collegio per decretare il fallimento. Condividi