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Partito Democratico Todi Le notizie ormai a Todi giungono da lontano. E così apprendiamo dai giornali, con un’intervista al dottor Maurizio Costanzo, che l’edizione 2010 del Todi Arte Festival non ci sarà. Lo sbandierato rilancio della giunta Ruggiano, dopo due edizioni, è già al capolinea e l’estate tuderte, ormai alle porte, appare ancor più incerta e vaga che in passato. C’è da dire che una cosa giusta riguardo al Todi Festival è stata fatta nel corso di questi ultimi due anni. Alla chiusura della manifestazione del 2008, gli organizzatori avevano infatti lanciato un tema interessante – poi abbandonato - per l’edizione dell’anno successivo: sogno e realtà. Ed è infatti nel rapporto tra queste due parole che si sono giocate e si continuano a giocare le sorti del “poro” Todi Arte Festival (come direbbero dalle nostre parti). Le dichiarazioni del Sindaco Ruggiano e di Maurizio Costanzo apparse ieri sul Corriere dell’Umbria hanno poco del sogno e molto della realtà: a metà maggio ci si accorge che i soldi non ci sono. Non solo non ci sono, ma non si è riusciti ancora a pagare gli artisti dell’edizione del 2009. Per la verità, anche molti operatori tuderti attendono ancora di essere pagati ed in tempi di crisi attendere un anno pagamenti significativi pesa e pesa molto. Quindi il Festival o non si farà – questa sembra essere la posizione di Costanzo – oppure diventerà un week-end d’intrattenimento senza troppe ambizioni, come ipotizzato da alcuni. E questo la città ed il Consiglio Comunale lo devono apprendere dai giornali! Ci tornano alla mente le parole del Sindaco dell’anno scorso che aveva tracciato un bilancio positivo ed entusiastico a Festival appena concluso: alberghi pieni di gente, strutture ricettive in grande fermento, presenze sempre in aumento. Probabilmente quello era un sogno. Quando nello scorso Consiglio comunale abbiamo ricevuto il rendiconto finanziario della manifestazione - per sbaglio, visto che avevamo richiesto quello dell’edizione del 2008 e ci è invece arrivato con due anni di ritardo quello del 2009 – i dati reali sono quelli di una differenza in difetto tra entrate e uscite di più di 50.000 euro. Sono stati venduti biglietti per un totale di 15000 euro di entrate: calcolando una media di 10 euro a biglietto, siamo intorno a 1500 biglietti venduti. Un numero realisticamente rilevante solo per un Festival moribondo, come infatti è risultato essere. Forse che i novemila tagliandi staccati annunciati dal palco in occasione della festa in piazza dello scorso anno erano apparsi al Sindaco e a Costanzo veramente in sogno? Riecheggiano anche le parole del direttore artistico contro la Marchini, rea di aver registrato sempre pessimi risultati. Ma cosa ci ha regalato la nuova gestione? Solo la fine lenta di una manifestazione storica a cui tutti i tuderti, nel bene o nel male, sono legati. L’edizione del 2008 avrebbe dovuto rappresentare una grande svolta: i finanziamenti, con il contributo di 300.000 euro del Ministero, erano in effetti più sostanziosi del solito. Questo però non ha portato una maggiore pubblicizzazione, un cartellone più ricco o un turismo esorbitante: sebbene non siamo a disposizione dei dati, l’osservazione della realtà ci aveva regalato solo tanto fumo e niente arrosto, con degli eventi collaterali più interessanti di quelli principali e lo spostamento a settembre quale unica modifica rilevante. Per non parlare dell’esagerata anteprima del giugno 2008 costata decine di migliaia di euro. L’edizione del 2009 è apparsa nella sua forma ridimensionata di collage di eventi che non hanno richiamato l’attenzione nemmeno dei più appassionati (e i numeri lo confermano). Nel 2010 il Festival ci è rimasto di sognarcelo. Un dato è comunque certo: il festival non si farà perché le ultime due edizioni sono state un fallimento, costosissime (1.200,000 euro complessivi e di questi quasi 900.000 sono soldi pubblici, rispetto ai 20 anni precedenti in cui il contributo pubblico non superava i 200 euro ad edizione!). Non vogliamo, con questo, fare i “criticoni”, ma semplicemente rimanere con i piedi ben dentro la realtà dei fatti. Magari potremmo suggerire il tema per il prossimo anno, se mai il Todi Festival dovesse risorgere: il risveglio. Già, perché di sogni ne abbiamo sentiti raccontare parecchi da Ruggiano e li abbiamo pagati anche cari, mentre la realtà è sotto gli occhi di tutti: Todi si ferma. Condividi