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GUBBIO - "Quest’anno la Festa dei Ceri avrà una novità nello svolgersi dei vari momenti: per la prima volta sarà un sindaco donna a rappresentare l’intera comunità eugubina, a presiedere al rito della sfilata, della cerimonia di consegna delle chiavi della città al Primo Capitano la mattina in piazza Grande, poco prima dell’alzata. E’ un compito di grande responsabilità che vivo con ansia, mista a orgoglio, forse più della stessa nomina a sindaco reggente della città conferitami dal sindaco Orfeo Goracci, che ha voluto lasciare spazio alla mia persona in una delle occasione più importanti della comunità eugubina". "La Festa dei Ceri è nota in tutto il mondo, unica nei suoi valori universali tramandati dalla storia millenaria. Il suo perpetuarsi, vivere, rinascere ogni 15 maggio si basa su leggi non scritte, su patti d’onore interpretati da uno spirito corale che attraversa la città intera e tutti coinvolge, protagonisti e spettatori. E’ una Festa senza padroni e senza biglietto di ingresso, dove il senso di appartenenza non è dettato da regole precise ma da precetti tramandati dai nostri antenati, basata su un senso di responsabilità che va alimentato e sostenuto". "E’ una Festa che appartiene quasi esclusivamente agli uomini nei suoi simboli, nella forza espressa dalla corsa sfrenata che richiede coraggio indomito, un’energia e una passione senza pari. Le donne svolgono compiti di ‘assistenza’, se così possiamo chiamarla, anche se la partecipazione emotiva è pari e di primo piano. I ceraioli sono però scelti tra gli uomini delle famiglie di Gubbio anche se in rare occasioni, ad esempio durante le guerre, anche le donne sono state ammesse al trasporto dei Ceri". "Più elasticità, soprattutto negli ultimi anni, c’è per nelle altre due Corse, quella dei Ceri Mezzani e dei Ceri Piccoli. Posso, pertanto, solo immaginare come sarà vivere quel giorno da sindaco della città di Gubbio. La sensibilità di donna mi fa avere uno sguardo particolare su questa Festa che è davvero patrimonio mondiale dell’umanità. Essa è sì il giorno degli eugubini, ma è anche il giorno dell’ospitalità, dell’amicizia, della condivisione, richiamando ogni anno visitatori da tutte le parti del Mondo, di ogni razza e lingua, colore, stato sociale o credo religioso, tanto che si sentono essi stessi 'eugubini'. E’ anche la Festa dei legami con la propria terra d’origine, e anche se sono passate generazioni da quando i nostri emigranti hanno lasciato Gubbio in cerca di sorti migliori, pure i loro discendenti sentono forte il richiamo di questo momento di forte comunità". "Questa Corsa sfrenata in cui non ci sono né primi, né secondi ma fieri interpreti di uno spirito corale, è, al di là dell’evento spettacolare, della frenesia di colori giallo, azzurro, nero che attraversa la città intera, la rappresentazione migliore dei valori di orgoglio, responsabilità, consapevolezza. Una lezione di vita, soprattutto per i giovani, da tramandare alle future generazioni, sulla base di quei legami di memoria, di rispetto delle figure degli anziani ceraioli, che si concretizza già nel tributo reso la mattina al cimitero da tutti i ceraioli, tamburini, capodieci e capitani a coloro che non ci sono più ma sono vivi nel ricordo; fino ai vari momenti conviviali dove i ‘vecchi’ hanno sempre un posto centrale. E questa è una grande lezione di civiltà". Condividi