Se le emozioni potessero essere monetizzate, quelle avvertite sabato 8 c.m. a Pietralunga durante il conferimento della Cittadinanza Onoraria ai Partigiani della Brigata S.Faustino, non avrebbero prezzo !
Nella sala Consiliare gremita di gente sedevano in prima fila i Partigiani della Brigata : il tenente pilota Mario Bonfigli (Mefisto),la Signora Leda Salcerini Pierangeli,vedova del comandante della Brigata,capitano Stelio Pierangeli (Geo Gaves),il tenente (oggi Generale in pensione) Virgilio Riccieri (Viri),Ubaldo Bellucci di Gubbio che lasciò sul campo di battaglia il fratello Luigi,Pasquale Pannacci di Città di Castello,Rino Cacciamani e Domenico Bruschi di Montone, purtroppo assente per problemi personali Italo Vinti di Perugia.
Stretti intorno a loro i Partigiani Pietralunghesi Italo Bani,Inno Ruggeri,Leo Moscatelli,Alfredo Moscatelli e il Consiglio Comunale di Pietralunga,che in seduta solenne e con separate votazioni immediatamente eseguibili,all’unanimità ha conferito loro la Cittadinanza Onoraria attraverso la consegna degli attestati da parte del Sindaco Mirko Ceci.Commoventi gli interventi del generale Virgilio Riccieri e del comandante Bonfigli lucidissimi nel ricordare i fatti salienti e nell’invitare i giovani studenti presenti a preservare la Libertà e l’Unità d’Italia costate così tanti sacrifici.
Nonostante siano passati 65 anni dalla Liberazione,nella popolazione pietralunghese sono sempre presenti quei tragici, ma anche gloriosi ,fatti che ebbero inizio il 13 settembre 1943 a S.Faustino di Pietralunga.Quella sera piovosa, come viene ricordato da Bonfigli invitato alla riunione,in quest’antica e isolata abbazia sita a sud dell’Appennino ricompreso nel comune di Pietralunga,si incontrarono i promotori Bonucci Bonuccio di Perugia,Stelio Pierangeli di Città di Castello,Giovanni Valcelli di Pietralunga,Bruno Enei di Gubbio,Vittorio Biagiotti di Perugia , un oriundo di nome Paciotti ed altri ancora.
Per unanime decisione venne dato vita ad un organismo militare per combattere tedeschi e fascisti che in seguito prenderà il nome di Brigata S.Faustino il cui comando fu inizialmente affidato al tenente Mario Bonfigli.Da quella data la Brigata operò con sempre maggiore intensità nonostante la cattura, da parte dei fascisti repubblichini, del principale promotore Bonucci Bonuccio del quale,chi scrive, conserva un agghiacciante ricordo : le sue gambe completamente nere dal ginocchio in giù a causa delle percosse ricevute in carcere.
Le azioni della Brigata furono molteplici.Una delle più brillanti il prelevamento del console USA Walter William Orebaugh da Perugia dove,sfuggito ai tedeschi,viveva nascosto in via dell’Aquila a porta sole e condotto nel territorio pietralunghese dove rimase per un periodo agli inizi del 1944 partecipando ad alcuni scontri e poi accompagnato, superando le linee nemiche, a Grottaferrata nelle Marche da dove, prima via mare e poi via terra, raggiunse il comando alleato a Salerno.L’operazione fu provvidenziale poiché il console,che ha raccontato tutte le vicende nel libro “Il Console”,si adoperò per organizzare lanci di armi e materiale bellico sui monti di Pietralunga che permisero alla Brigata di essere ancora più incisiva nei frequenti scontri lungo i“diverticulum” delle strade consolari Flaminia e Tiberina : la Pian d’Assino e l’Apecchiese.
I Partigiani lamentano che troppo spesso viene dimenticato che la vasta zona di Pietralunga, compresa in un quadrilatero delimitato dalle strade citate, era zona libera avendo attaccato e disarmato tutti i presidi repubblichini esistenti, tanto che il 1° Maggio del 1944, dopo 22 anni, fu festeggiato dai partigiani stessi e da tutta la popolazione della zona. Dal balcone del Comune di Pietralunga parlò il pluridecorato colonnello Venanzio Gabriotti il quale,tornato a Città di Castello, venne arrestato e fucilato il giorno 9 Maggio.Fascisti e tedeschi si riappropriarono del territorio solo durante il rastrellamento effettuato dalla divisione Goering tra il 7 maggio 1944 e il 15 dello stesso mese.
I comandanti della Brigata seppero cavarsela bene anche con le numerose spie inviate dal prefetto Rocchi tra le quali Marion Keller,ballerina con nome d’arte Marion Gray,già detenuta nel carcere perugino di via del Parione,per spionaggio a favore degli alleati e individuata dal famigerato prefetto come perfetta spia da inviare nel territorio pietralunghese previa promessa di cancellazione della pena e di una congrua somma di danaro,al fine di conoscere consistenza,comandanti e sedi della Brigata L’intera storia della spia Marion è stata racconta con dovizia di particolari già nel 1947,dal perugino Prof.Ottorino Gurrieri con il titolo “Una Cometa su Perugia” e ripubblicata sui Quaderni della Regione nel 1994,dietro richiesta del comune di Pietralunga.Un racconto di fatti veri che affascina il lettore e che parte da Budapest nel 1913 investendo nell’ultimo periodo la città di Perugia,di Gubbio e il Comune di Pietralunga.
Pietralunga e la zona furono liberate definitivamente il 29 luglio 1944,oltre un mese dopo la liberazione di Perugia.La Brigata continuò a combattere insieme a Inglesi e Indiani,con scontri particolarmente cruenti tra il 7 e il 20 luglio anche per le vie del Paese.Radicchi Secondo,partigiano di Città di Castello, qualche tempo fa ricordava che il giorno 10 luglio 1944 si trovava appostato dietro il cimitero di Pietralunga insieme ad un inglese,allo scoppio di una granata di mortaio vicino a loro vide rotolare l’elmetto dell’inglese con la testa dentro:era stato decapitato all’istante.
I momenti tragici sono anche costellati di episodi di scaltrezza e forse anche di incoscenza.Mario Bonfigli scappò con il suo aereo dall’aeroporto di Fano avendo fatto credere al tedesco di guardia che se avesse sparato si sarebbe beccato una pallottola da un cecchino appostato in sua difesa:cecchino ovviamente inesistente. Non avendo spazio per prendere a bordo il suo commilitone Lamberto Olivari di Genova, buttò a terra il paracadute e lo fece salire.Giunto all’aeroporto di Castiglione del Lago vedendo che era pieno di camion tedeschi virò in altra direzione ma,poco dopo,finì il carburante e dovette effettuare un atterraggio di fortuna in una campo di un contadino.E’ per questo che quando qualcuno gli domanda da dove è venuto lui risponde “dal cielo”.
Un giovanissimo Italo Vinti ,incaricato dal CNL di Perugia di contattare la Banda Melis che operava sui monti di Spoleto si avvia a piedi per onorare l’incarico.Ma la strada è lunga e l’appetito si fa sempre più pressante nel mentre,ogni tanto, vede passare camion tedeschi.La necessità aguzza l’ingegno e così,prelevata una pala in un campo a margine della strada e collocatala sulla spalla fece cenno per un passaggio ad uno dei camion che transitavano :lo portarono fino a Spoleto dove portò a termine la missione affidatagli !
Don Marino Ceccarelli,”il prete bandito” era ricercato da lungo tempo.Un giorno si trovava in canonica a Pietralunga quando un gruppo di tedeschi provenienti dalla piazza principale bussò alla porta.Don Marino avvertito il pericolo si precipitò alla finestra dello studio del parroco assente e con tutta tranquillità chiese loro cosa volevano.La secca risposta fu “dofe essere don Marino” ? Don Marino seraficamente rispose:è partito proprio ora e indicando la via aggiunse :se lo rincorrete lo trovate.I tedeschi però chiesero di aprire per controllare e don Marino li fece accomodare ed egli stesso iniziò ad aprire le porte della canonica.Non avendo trovato nulla,non vie era nessuno in casa,i tedeschi si affrettarono a seguire la strada indicata in precedenza.Ovviamente don Marino cambiò immediatamente aria in tutt’altra direzione.
Per merito della consistente Lotta Partigiana,Pietralunga è l’unico Comune Umbro insignito della Medaglia al Valor Militare.Nel corso degli anni anche la Regione ha avuto una particolare attenzione per questa zona realizzandovi il Monumento al Partigiano Umbro.Ma ora occorre qualcosa di più.La speranza che in questa nuova legislatura regionale venga rapidamente concluso l’iter della proposta di legge presentata nella passata legislatura dal consigliere Stefano Vinti per la istituzione di un MUSEO DELLA RESISTENZA dove poter collocare tutto il materiale ora sparso in varie sedi e soprattutto che l’organo gestore sia messo in grado di poter mantenere in ordine il monumento principale ed i vari cippi e targhe poste a ricordo dei caduti e degli avvenimenti salienti della lotta di liberazione del’Umbria ed assumere iniziative per non dimenticare mai coloro che diedero la loro vita o la misero a repentaglio per assicurare a tutti la Libertà.
La targa collocata nel muro della casa colonica di S.Faustino a ricordo della costituzione della Brigata,così recita:
Questa memoria fu posta nel primo anniversario della fondazione della Brigata S.Faustino, perché i vivi, nel ricordo dei Morti sotto il piombo nazi-fascista mantengano l’Italia Libera.
13 settembre 1944
Furio F.Benigni
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