PERUGIA - La presunta cricca degli appalti per i Grandi eventi aveva un unico disegno criminoso e per questo i vari tronconi d'inchiesta scaturiti dal fascicolo principale devono essere trattati da una sola procura. Quella di Perugia secondo i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi che oggi hanno rivendicato la propria competenza davanti al tribunale del riesame del capoluogo umbro, chiamato a decidere in merito al loro ricorso contro la pronuncia del gip che ha negato le misure cautelari per Stefano Gazzani e per Claudio Rinaldi, ritenendosi incompetente.
I giudici si sono comunque riservati e depositeranno nei prossimi giorni la loro decisione con un provvedimento motivato. L'udienza di oggi e' stata strettamente tecnica. La vera novita' e' stata la decisione dei pubblici ministeri di rinunciare al ricorso per l'architetto Angelo Zampolini. Secondo i magistrati sono infatti venute meno le esigenze cautelari nei suoi confronti. Il professionista che a lungo ha lavorato per Diego Anemone, il costruttore considerato una delle figure centrali dell'inchiesta, ha infatti cominciato a collaborare con gli inquirenti. In particolare per ricostruire i flussi di denaro che gli investigatori ritengono legati all'imprenditore. Ed e' probabile che Zampolini venga nuovamente sentito nei prossimi giorni dai pm.
Secondo gli stessi magistrati sono inoltre in parte sfumate, ma comunque ancora sussistenti, le esigenze cautelari nei confronti di Gazzani, il commercialista che aveva operato per il costruttore e altri soggetti coinvolti nell'indagine, e di Rinaldi, ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma. I magistrati hanno invece contestato con decisione le conclusioni del gip Massimo Ricciarelli che non ha ravvisato la competenza. Secondo i pm, infatti, le condotte contestate a Gazzani, Rinaldi e Zampolini vanno considerate come strumentali a mantenere il presunto programma criminoso della cricca. In particolare oggi i pm si sono soffermati sulla posizione di Gazzani per quanto riguarda le operazioni di riciclaggio che gli vengono addebitate. Accusandolo di avere trasformato in assegni circolari contanti che gli investigatori sospettano provenire da Anemone per nascondere la loro provenienza illecita e quindi per cercare di sviare le indagini.
Il difensore di Gazzani, l'avvocato Bruno Assumma, ha pero' contestato le accuse rivolte al commercialista. In particolare ha escluso da un punto di vista tecnico la sussistenza del reato di riciclaggio. ''Gazzani - ha detto il legale - non ha commesso nessuno dei fatti che gli vengono contestati e per questo un eventuale accoglimento del ricorso sarebbe molto pesante''. Hanno invece chiesto al tribunale un pronunciamento dal quale emerga che Rinaldi ''non ha commesso alcun reato'' i difensori dell'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma, gli avvocati Titta Madia e Walter Biscotti. Secondo i legali, infatti, nelle carte dell'inchiesta della procura di Perugia ''non c'e' la prova di alcun illecito'' compiuto dal loro assisto. Per questo non si sono soffermati sulla questione della competenza territoriale. ''Abbiamo fiducia nella magistratura - ha detto l'avvocato Madia - e quindi per noi va bene qualsiasi procura''.
Riguardo all'accusa rivolta a Rinaldi per l'autorizzazione concessa per l'ampliamento del Salaria sport village, struttura che per gli inquirenti faceva riferimento a Diego Anemone, per i suoi difensori ''non fu un trattamento di favore''. E sul denaro che - secondo l'accusa - venne versato a Rinaldi su un conto a San Marino a fronte di questa operazione, l'avvocato Madia ha sottolineato che ''e' stato documentalmente dimostrato dalla difesa come cio' non sia vero''.
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