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di Pasquale Giordano, dazebao.org Roma – Guzzanti e Dandini sono diventate ultimamente due donne scomode a Berlusconi e al suo entourage. La prima, Sabina, parteciperà fuori concorso al Festival di Cannes con il film “Draquila, l’Italia che trema”. La seconda, Serena, è la conduttrice del programma televisivo “Parla con me” che ogni giovedì su RaiTre ospita i monologhi di Ascanio Celestini. A causa del film della prima, il Ministro, Sandro Bondi, non prenderà parte al festival cinematografico francese nonostante fosse stato invitato. Il monologo di Celestini “Tony mafioso e Tony corrotto” ha, invece, indispettito il premier. Problemi televisivi “Come al solito, una trasmissione pagata con i soldi pubblici si diletta nell'avere come unico bersaglio il governo e si diverte ad aggredirlo”. Silvio Berlusconi avrebbe così commentato, nel corso del Consiglio dei ministri di venerdì 7 maggio, la trasmissione di RaiTre “Parla con me”. “Non è una novità che il premier ci attacca: avevamo già letto nelle intercettazioni che non gli piaceva il programma - replica Serena Dandini in un'intervista a La Repubblica - Berlusconi dice che c'è troppa libertà di stampa ma siamo abituati così: ci piacerebbe, a 150 anni dell'Unità d'Italia, non cambiare queste tradizioni”. Ma il rapporto tra il Pdl e la tv non si esaurisce negli attacchi verso l’esterno, piuttosto continua “internamente” a suon di interviste e attacchi a mezzo stampa. Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL, in un'intervista al Tempo chiarisce “Non possiamo pensare che due persone elette tra le file dello stesso partito vengano invitate nei salotti del piccolo schermo in quanto portatori di due posizioni diverse”. Spiega il pidiellino “Chi si deve adeguare non siamo noi politici. Noi possiamo e dobbiamo declinare qualche invito, ma devono essere gli editori e i conduttori dei talk show televisivi a tornare a rispettare le regole della comunicazione politica: un esponente per un partito”. Rimane da capire in base a quale criterio verrà scelto il “prescelto”, come si chiedono i compagni di partito Bocchino, Granata e Briguglio. Bondi non andrà a Cannes Colpa del film di Sabina Guzzanti, “Draquila, l’Italia che trema”. Il docufilm è un’inchiesta choc sulla ricostruzione in Abruzzo, verrà proiettato come evento speciale fuori concorso. Si legge in una nota "il Ministro della cultura, Sandro Bondi, ha declinato l'invito a partecipare al prossimo festival di Cannes, esprimendo rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che “offende la verità e l'intero popolo italiano". Ma Bondi non è il solo a provare prurigine al pensiero di “Draquila”. il Ministro del Turismo, Brambilla, starebbe pensando di chiedere un risarcimento per “i danni che queste immagini potrebbero arrecare al nostro Paese.” Per Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, “L'Italia non farà una bella figura”. Intanto l’ex ministro francese della Cultura, Jack Lang, ascrive a Bondi “una strana concezione della libertà”. I finiani contro Bondi Una scelta, quella del ministro, sulla quale arriva il giudizio fortemente negativo della minoranza interna al Pdl che si riferisce al presidente della Camera. Per Fabio Granata (Capogruppo Pdl in commissione cultura), la decisione del ministro Bondi di disertare il Festival di Cannes " lascia molto perplessi - dice Granata - sia per le motivazioni addotte, sia per la rilevanza dell’evento culturale dove una grande nazione come l’Italia non può non essere rappresentata ai massimi livelli”. Granata sottolinea inoltre che “Rappresentare l’Italia è un dovere del ministro, al di là delle polemiche su questa o quell’opera.” L’Italia è una potenza culturale di rilevanza mondiale e secondo Granata “non può rischiare di perdere autorevolezza e credibilità per motivi vaghi e discutibili". Ma cosa offende e discredita davvero l’Italia? Tra uno sghignazzare al telefono, nella notte del terremoto, gioendo della devastazione e un docu-film che verrà proiettato fuori concorso a Cannes, non si dovrebbero aver problemi a scegliere quale sia la vera offesa per il paese. Se l’Italia non farà una buona figura all’estero, non sarà certo per via della Guzzanti. Piuttosto è singolare dover registrare come ultimamente molte cose, secondo il governo, non diano lustro all’Italia: dal “Gomorra” di Roberto Saviano, alla “Piovra” di Michele Placido, fino al “Draquila” di Sabina. Condividi